Direttore editoriale:
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Franco Baiocchi
Supplemento del settimanale satirico
SOR PAOLO iscritto nel Registro
della Stampa del Tribunale
di Teramo con il numero 544
18 dicembre 2005

Gruppo di famiglia
con due esterni

13 giugno 2014

Si tratta di una foto così significativa che ce la ricorderemo a lungo e se ne parlerà per molto tempo. Guardiamola attentamente e cominciamo a dire ciò che questa foto non è. Non è, tanto per cominciare, una “foto istituzionale”, come i grillini si affannano in queste ore a cercare di dimostrare. Vi sembra una foto come quella che si vede quando un nuovo governo si mette in posa dopo aver giurato davanti al Presidente della Repubblica? No di certo, se non altro perché nessun membro del governo che ha appena giurato si fa fotografare con accanto i parenti, una moglie, qualche figlio, una concubina. Qui, nella foto, si vede che accanto al rieletto sindaco Maurizio Brucchi c’è suo figlio, il più simpatico di tutti.

Non è una foto istituzionale, non può esserlo. Mancano molti consiglieri della minoranza, quasi tutti. Saranno andati al mare? Erano al lavoro? Non sono andati, in attesa che il sindaco si scusi per aver detto che sono dei buffoni, loro e i teramani che li hanno eletti? Quale che sia il motivo, non ci sono e la loro assenza smentisce l’istituzionalità della foto. Non c’è il segretario comunale, ci sono sullo sfondo due personaggi (impiegati?) che conversano tra di loro. Non è una foto istituzionale. E’ una foto di famiglia. Nella foto i consiglieri di maggioranza (non tutti, qualcuno manca) sembrano con il loro sorriso festeggiare lo scampato pericolo e la vittoria risicata per il rotto della cuffia (battuta: per la cuffia del rotto?) Stanno festeggiando. Gruppo di famiglia in un interno che festeggia. Ma che ci fanno i due eletti grillini. Uno di loro, il maschio (Berardini o come si chiama) sorride anche lui e anche il suo sorriso non ha nulla di istituzionale. L’altra, la femmina, con il suo bell’abitino, non sorride, anzi sembra pensierosa, come se cercasse di capire dove è finita e come mai ci è finita. Che ci fanno in una foto di famiglia della rinnovata maggioranza del consiglio comunale di Teramo due consiglieri che promettono un’opposizione dura e pura, come mai s’è fatta a Teramo e come mai non s’è vista? Qualche loro supporter e uno di loro (il maschio) hanno cercato di spiegarlo, su Facebook, dove sono stati sommersi di critiche (ah, la rete!), ma hanno solo bofonchiato argomentazioni senza consistenza. Quando hanno visto che gli altri consiglieri di minoranza non c’erano, perché non se ne sono andati? Perché non hanno capito la situazione? Perché non si sono resi conto del grave errore di strategia comunicativa, loro che si sentono così esperti in comunicazione? Non hanno colto che volendo o no, in un modo o nell’altro, nell’immaginazione collettiva la loro presenza non poteva non assumere una valenza “consociativa”? Proprio loro che dicono di voler combattere a morte il consociativismo?
   La cosa curiosa è che questa foto (non so se ne esistono altre) è stata scattata da un elettore e supporter dei grillini, il quale non credo che si sia reso conto, infervorato e imbaldanzito com’era a scattare la foto storica, che stava immortalando un clamoroso autogoal suo e dei suoi. Perché questa è la caratteristica più stupefacente di questi cinquestellati: sono o sembrano così sprovveduti e ingenui che davvero non si sa quanto potranno riuscire divertenti, non di più, nella loro presenza in consiglio comunale. Intanto perché sembrano convinti che l’opposizione la si faccia solo nelle sedute di consiglio, e non ogni giorno, tra la gente, nelle frazioni, facendo proposte e facendole muovendole da un minimo di conoscenza storica di Teramo e della società teramana. Non sanno nulla, non conoscono nulla e anche quanto a saper leggere un bilancio, una mappa, un computo metrico, un fascicolo ho l’impressione che abbiano davvero tanto da imparare e da studiare, ma anche che non hanno alcuna intenzione di farlo. Sono o paiono sicuri di sapere già tutto, di essere in grado di fare opposizione e di saperla fare, davvero non per finta, ma intanto non hanno ancora non dico avanzato uno straccio di proposta, ma fatto conoscere un solo elemento di dissenso rispetto a ciò che Brucchi e la sua prossima giunta si propongono di fare a vantaggio di se stessi e ai danni della città. Pensano che lo streaming delle sedute consiliari siano taumaturgiche e sveleranno chissà quali segreti. Ma non possono darla a bere a chi come me ha portato per la prima volta in consiglio comunale le telecamere mandando in onda ogni singolo secondo delle riunioni, con tanto di reddito individuale dei consiglieri sotto il loro nome. Chissà quali misteri e quali scheletri pensano di scoprire negli armadi del Comune, ma forse sospettano o sperano che chi fa, eventualmente, imbrogli o compie cose illegittime lasci vistose tracce del loro operato. La minoranza che secondo loro non farà opposizione ha già proposto a Brucchi di fare una giunta di soli cinque assessori, come avrebbe fatto se avesse vinto, e non perso, le elezioni. Perché i grillini non propongono subito a Brucchi di fare quello che avrebbero fatto se avessero vinto loro, cioè una giunta formata dalle indicazioni delle liste e dei partiti, ma sulla base dei curriculum? E senza alcuna forma di emolumento, almeno per quanti non faranno solo gli assessori, ma da assessori continueranno ciascuno a fare la propria professione?
    
Non entro nel merito delle colpe del PD, su cui presto mi soffermerò parlando dei miei sospetti su una sorta di patto di Yalta in base al quale il partito, completamente ginoblizzato, ha continuato a muoversi in base ad una spartizione geo-politica, decidendo dove vincere e dove perdere facendo vincere gli altri, in quale comune perdere per vincere con il tale candidato alla regione. Ho anticipato queste prossime analisi per togliere ogni consistenza al falso ragionamento dei grillini, un vero paralogismo, che tendono ad interpretare ogni rilievo mosso a loro come una rivalsa determinata dalla sconfitta del sindaco alternativo a Brucchi. Dico solo che i grillini non avrebbero potuto orientare il voto al ballottaggio dei loro elettori perché nemmeno li conoscono, ne è prova la scarsa consistenza dei voti di preferenza riportati, poco più di quelli con i quali viene eletto un amministratore di condominio. Ma in ogni modo se i voti dati a loro fossero finiti a chi voleva sostituire Brucchi, Brucchi sarebbe stato sostituito ed è stata colpa grave averli sottratti, in nome di una fantomatica, presunta forza di opposizione da esercitare chissà quando e chissà come, determinando una situazione in cui ci si aspettava la risurrezione di Teramo e si è avuta una nuova morte, si aspettavano il tramonto della vecchia politica e l’alba di una nuova e abbiamo avuto il ritorno alle ombre più scure della notte più fonda.
   I nostri giovani grillini locali continuano a scimmiottare quelli più fortunati di loro, che, non avendo più meriti né più capacità, hanno avuto solo la fortuna di andare a dimostrare la loro pochezza sugli scranni parlamentari, dove qualcuno di loro ci ha fatto anche stupire dicendo di voler parlare ma promettendo di essere “circonciso”. Inanellano brutte figure. Prima hanno tanto festeggiato per la sconfitta di Manola Di Pasquale che si sono dimenticati di rammaricarsi per la vittoria di Maurizio Brucchi. Poi hanno fatto festa più per il mancato ingresso in consiglio di Graziella Cordone,(una delle poche novità di grande significato che i teramani avrebbero avuto), che per l’elezione annunciata, ma poi smentita, di un loro terzo consigliere. E infine l’apparizione in questa foto di gruppo di famiglia con due esterni. Due estranei, della politica e di Teramo. Guardateli nella foto: sembrano due infiltrati in una festa. Gioiscono, pensando di essere degli invitati. Al massimo quei vecchi marpioni che fanno corona a Brucchi, al termine della festa, gli fanno lavare le stoviglie e sgomberare la tavola. In streaming.

Elso Simone Serpentini

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