Direttore editoriale:
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Supplemento del settimanale satirico
SOR PAOLO iscritto nel Registro
della Stampa del Tribunale
di Teramo con il numero 544
18 dicembre 2005

Diario di un elettore 5

23 maggio 2014

 

Sette personaggi in cerca di autore. Pirandello è sempre il re. Pirandello c’est moi. Siamo a poche ore dal voto. Teramo va in cerca del suo nuovo sindaco. Sarà il vecchio o sarà un sindaco nuovo? Da elettore che spera di poter sparare il proprio colpo in canna (il proprio voto nell’urna) in maniera proficua, abbozzo qualche riflessione, e, senza alcun collegamento con le riflessioni, attribuisco dei voti, che rappresentano il potere di seduzione che esercitano su di me i sette candidati.

1. MAURIZIO BRUCCHI

Credo che sarà ricordato come uno dei peggiori (se non il peggiore) sindaci e podestà di Teramo. Non è stato in effetti né carne né pesce, né medico né sindaco, ma sempre e tutto a mezzo-servizio per la cittadinanza teramana e a servizio-completo dei suoi padroni, tancredici e post tancredici, che lo hanno tenuto al guinzaglio (corto). Lui si è sempre dato aria di grande politico e di grande amministratore, ma ha ucciso definitivamente quel poco di vivo che era rimasto a Teramo, mostrando poca lungimiranza, molta supponenza, perfino grande arroganza e rivelandosi in ogni occasione un grande “gallettaro”, incapace di accettare la minima critica. Si è preso meriti che non erano suoi, ha cercato di negare ostinatamente demeriti tutti suoi. Spero ardentemente che i teramani con la sua cacciata a furor di popolo riescano ad evitare il supplizio e la condanna di altri cinque anni di suo sindacato, che sarebbero disastrosi, una specie di “malattia terminale” per la città e per le sue speranze di resurrezione. Voto: 3.

2. MANOLA DI PASQUALE

La “pasionaria” del centro-sinistra (più centro che sinistra). D’altro canto, ha un nome spagnolo, come quello di Dolores Ibarruri, la “pasionaria” vera, che però era davvero di sinistra e addirittura più che a sinistra. L’ho sempre apprezzata, come donna, ma soprattutto come uno dei veri uomini dello schieramento al quale ha da sempre aderito, proponendosi già in passato come candidata sindaco, ma senza successo, a causa della poca fiducia che molti del suo stesso schieramento le accordavano. Alla fine l’hanno dovuta candidare per forza, riconoscendo in lei il candidato naturale del centro-sinistra (più centro che sinistra) in questo momento storico. Sul piano personale ci lega una profonda amicizia, è generosa e per la sua generosità ha difeso gratuitamente il settimanale satirico teramano “Sor Paolo”, di cui sono il direttore editoriale, nelle poche querele subite, tutte superate con successo. Chi ne dice male si arrampica sugli specchi, chi ne dice bene ha il compito facilitato. Qualche piccola menda ha a che fare con la schiettezza del personaggio, come dire? tutto “pane pane-vino vino”. Come amministratrice ha dato ottima prova nel consorzio industriale, che boccheggiava e la sua respirazione bocca a bocca è stata manna dal cielo. Se Brucchi non vince al primo turno, come mi auguro, lei, quasi certa seconda in classifica, lo sfiderà con ottime possibilità di sorpasso, perché voglio vedere quanti, tra coloro che avranno votato al primo turno un altro candidato anti-Brucchi, avranno il coraggio di non andare a votare e/o votare Brucchi, facendolo così vincere al ballottaggio. Voto: 8.

3. BERARDO RABBUFFO

Alla fine ha assunto un ruolo da eroe omerico: solo contro tutti. Molti sono pronti a dire che, messo all’angolo, non poteva fare diversamente. E’ vero che è stato messo all’angolo, da chi ha ritenuto che facesse la fine di chi, senza più un partito, senza più una casa, senza più un tetto, si mettesse a chiedere l’elemosina ai passanti. D’altro canto molti suoi ex camerati di quella che fu Alleanza Nazionale (e prima ancora in qualche caso MSI-Destra Nazionale) hanno fatto proprio questo, mettendosi a chiedere oboli ai crocicchi: si pensi a Morra, Micheli, Marchese… Lui no, Rabbuffo, si è ritrovato senza tutto, ma non senza una fede. Così si è armato di coraggio e si è messo a fare liste, una volta che perfino Pomante lo aveva dichiarato indesiderabile nella sua. Contro il parere di tutti, di liste ne ha fatte due e nemmeno fiacche, proponendo una sua candidatura di testimonianza, ma non solo di testimonianza. Non rinuncia al centro, del quale nemmeno lui sa fare a meno, ma fa l’occhiolino ai pochi elettori rimasti di destra, chiedendo loro apertamente il voto, con maggiore dignità di quanti lo fanno standosene nelle comode e riscaldate case in cui sono stati accettati solo come servi: Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Futuro in, Fratelli d’Italia. Rabbuffo no, non ha scelto di restare servo, ma padrone a casa sua, anche se la casa è soltanto una piccola capanna di paglia, come quella dell’ultimo e più povero dei tre porcellini. Lupo permettendo, bene che gli andrà, prenderà un paio di consiglieri. Sarebbe lo scalpo dell’ultimo dei mohicani (ma per lo scalpo non speri in Brucchi) Voto: 7.

4. GRAZIELLA CORDONE

Quel che ti colpisce soprattutto di lei, sono gli occhi, soprattutto se sei un inguaribile maschilista. Ma poiché delle donne non si deve vantare solo la bellezza, chiedo venia prima di tutto encomiando anche la bellezza di Pomante e in seconda battuta riconoscendo di Graziella anche l’acume politico. D’altro canto, se non l’avesse, non l’avrebbero candidata. La sua candidatura è di testimonianza. In un menu che si rispetti non può mancare un certo tipo di pietanza e lei nel ristorante della politica teramana dà certe garanzie. La sua presenza è importante. E’ umile quanto basta, coraggiosa, alternativa. Il resto ce lo devono mettere gli elettori, che però sono pochi da quella parte della barricata, anzi, ancora più pochi dopo che le barricate sono state abolite. La differenza tra destra e sinistra quasi non c’è più: il suo schieramento è lì, che prova a dimostrare che qualche differenza, anche se assai tenue, c’è ancora. C’è chi dice cattiverie sulla sua candidatura, insinuando che dietro ci sia qualche micio-micio. Mah… Voto: 6.

5. GIANLUCA POMANTE

Finalmente Pomante! Cominciamo dallo slogan: orrendo! Ma chi lo ha inventato? La lista è bella, complessivamente la migliore. E’ come la migliore squadra iscritta al Giro d’Italia, ma non è detto che sulle Dolomiti esprimerà il miglior scalatore, nelle volate il miglior velocista e nelle cronometro il miglior cronoman e, tra i vari candidati sindaci, il nuovo sindaco. Pomantulo, come lo chiamo io (perché vuol fare come Trasibulo, che liberò Atene dal governo dei Trenta Tiranni) si sarebbe candidato comunque, perché era candidato designato. Lo si dava per certo candidato sindaco dei grillini, poi l’incertezza e la confusione che regnavano tra i pentastellati lo hanno convinto ad una scelta diversa, accettando la candidatura di un gruppo di forze e di schieramenti (una specie di paese dei Baiocco) che vedono in lui il corifeo di una riscossa della città dal torpore brucchico. Avrà certamente successo, ma forse non tanto quanto lui spera e assai meno di quanto lui preconizza (ma certamente sparandola un po’ grossa e sapendo di spararla grossa). La sua candidatura è da considerarsi elemento di novità e positivo, ma quando si andrà al ballottaggio si spera che i suoi siano generosi ed accorti e vadano a votare per chi dovrà davvero sconfiggere Brucchi. Voto: 7.

6. GIORGIO GIANNELLA

Chi capisce perché si sia candidato è bravo. Me lo ricordo vagamente collocato a sinistra, quasi nelle vicinanze di quello strano partito che si chiama PD. Poi come sia finito dove è finito, fuori dal gruppo, in fuga solitaria, non lo so e nessuno me lo ha spiegato in maniera convincente. Dei suoi candidati non conosco nessuno: sono troppo giovani per me. Che farà? Quanti voti prenderà? Chi lo può dire? Testimonianza? Se è testimonianza, mi pare una testimonianza reticente, o forse sedicente. I sondaggi pare che diano numeri da prefissi telefonici. Una volta si chiamavano liste di disturbo, ma chi volete che disturbi Giannella, con i suoi poveri masnadieri? Voto: 5.

7. FABIO BERNARDINI

Se hanno ragione quelli che sostengono che alle elezioni comunali i grillini prenderanno la metà dei voti che prenderanno alla regione e forse alle europee, una ragione c’è. Certo che c’è. A mano a mano che ci si allontana da Re Grillo, la luce diminuisce e cresce l’ombra. Qui le tenebre sono così fosche che nessun candidato le rischiara, specie un illustre sconosciuto che non si sa chi è, che fa e che vuole. Il fatto che non sia di Teramo non è di poco conto, anche in una città dove pochi amministratori del passato lontano e recente erano di Teramo. Però qui si esagera… Si è voluto scegliere l’anonimato più profondo, quasi come una sfida: vogliamo vedere quanti voti prende un candidato che non si sa chi è? Gli abruzzesi nel 1995 elessero in Forza Italia al Parlamento un certo Tortoli, che non si sapeva chi fosse e non lo si seppe nemmeno in seguito. Ma qui è un’altra cosa. Poi questo giovane in pochi giorni di campagna elettorale ha accumulato sul piano della comunicazione tali e tante ingenuità che… Dio ce ne scampi! Per fortuna non sarà lui il nuovo sindaco di Teramo! Voto: 4.


Elso Simone Serpentini

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