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Supplemento del settimanale satirico
SOR PAOLO iscritto nel Registro
della Stampa del Tribunale
di Teramo con il numero 544
18 dicembre 2005

La Coppa Interamnia e
il braccino corto dei teramani

8 luglio 2014

Come ogni altro loro “affare”, anche la Coppa Interamnia ha sempre diviso i teramani in due schieramenti contrapposti, quasi due partiti, l’uno contro l’altro armato.
Da una parte si sono adunati i sostenitori e i fautori dell’iniziativa, i “laudatores”, che ne hanno messo in evidenza gli aspetti positivi e negato o sottovalutato l’esistenza di limiti o di negatività.

Dall’altra si sono schierati i detrattori, che non hanno mancato nel corso degli anni di mettere in luce gli aspetti negativi, di vario tipo e di diverso genere, arrivando perfino ad augurarsi la morte della Coppa. Poiché non sono assolutamente un amatore del grigio e delle mezze tinte, anzi, mi ritengo ancora a tarda età un estremista convinto, estimatore del bianco e del nero, e non avendo mai cercato mediazioni ad ogni costo tra contrapposte argomentazioni in un “centro” che aborro, non intendo a proposito di questo argomento provare a bilanciare i meriti e i demeriti della creatura di Gigi Montauti. Nemmeno tenterò di pesare e contropesare attivi e passivi con un bilancino di precisione per ottenere una “caratura” definitiva. Dirò, semplicemente, che io sono un fautore della Coppa Interamnia, che lo sono sempre stato e per questo, quando ho avuto la direzione editoriale di una televisione, le ho dato sempre il massimo risalto, con una programmazione attenta e specifica che della manifestazione analizzasse ogni singolo aspetto a beneficio dei telespettatori. Sia nelle edizioni di maggiore risalto che in quelle in tono minore, ho sempre ravvisato aspetti ed elementi di grande importanza per una città come Teramo. Nei giorni della Coppa la vetrina internazionale di cui la nostra città ha usufruito è stata prestigiosa e tutti ne abbiamo tratto beneficio e risonanza. Il nome di Teramo è conosciuto in ogni angolo del mondo grazie alla Coppa Interamnia e alla sua notorietà. A Teramo abbiamo avuto sempre ottime iniziative, il limite è stato il numero delle edizioni che si sono succedute, perché anche le intraprese più felici si sono interrotte a volte senza conoscerne il motivo. Molte non sono riuscite a contare fino a dieci. A ben pensarci, la Coppa Interamnia è tra quelle, se non quella in assoluto, che sono riuscite ad inanellare il maggior numero di edizioni, senza interruzioni.
     Mi sorprendo che ancora oggi ci sia qualcuno che a Teramo abbia da ridire sulla Coppa o storca il naso, attaccandosi sempre alle solite argomentazioni: la confusione, le bottiglie di birra per strada, i portoni delle case presi come orinatoi, giovani ubriachi stravaccati per terra, strutture scolastiche deturpate o rovinate da vandalismi di ogni tipo, e infine, ultimamente si è detto anche questo, più che per il passato, sesso a gogò e immoralità dilagante. Un amico che stimo molto ha postato su Facebook la propria meraviglia per il “buonismo” nei confronti della Coppa Interamnia. Non capisco che cosa voglia dire “buonismo” in questo caso: voler negare gli aspetti negativi della Coppa? Se ce ne sono, e ce ne sono, alcuni collegati agli aspetti poco sopra elencati, essi sono l’effetto di cause note, tutte risalenti e facenti capo ad un atteggiamento che in tanti anni non ha mai favorito la realizzazione di contromisure adeguate. Le uniche possibili erano l’applicazione di regolamentazioni che non sono mai arrivate e la realizzazione di un minino di strutture recettive che nel tempo sarebbe stata possibile. Ci si è adagiati in un lassismo colpevole e irresponsabile, che peraltro ha contraddistinto altre iniziative in cui si sono avute larghe partecipazioni popolari. Strutture fisse e non temporanee non sono state mai realizzate. Le amministrazioni pubbliche anche al tempo delle vacche grasse non hanno mai puntato davvero sulla Coppa Interamnia. L’hanno lasciata in balia di se stessa e non hanno investito come avrebbero dovuto fare per farla crescere in maniera stabile. Avrebbero potuto farla diventare grandissima e l’hanno spesso lasciata languire e vivere solo di volontariato episodico e di individualistica propensione al sospetto di presenzialismo. E’ stato anche accusato il team organizzativo di speculare sulla manifestazione, di non presentare bilanci chiari e trasparenti, quando sarebbe stato sufficiente operare collaborativamente e assumendo oneri e onori, impegni precisi non solo di spesa, ma anche di gestione, dai quali sarebbero derivati necessariamente obblighi di presentazione di rendiconti puntuali. Quanto all’accusare la Coppa Interamnia per il disordine, l’incuria e gli inconvenienti arrecati al quieto vivere quotidiano di una città di provincia come la nostra, è cosa ridicola. Lo stesso atteggiamento critico indurrebbe alla soppressione di manifestazioni anche più importanti, quali l’Oktober Fest, La Feria de Toros di Pamplona, la Fiera del Libro di Francoforte, il Palio di Siena.
    Ora che viviamo nel tempo delle vacche grasse è più comprensibile il braccino corto delle amministrazioni pubbliche e degli istituti di credito con fondazioni bancarie annesse nel sostenere la Coppa. Eppure anche di questi tempi un rilancio della manifestazione potrebbe portare ad un rilancio di Teramo e provare a fare le cose in grande potrebbe essere redditizio. Le contraddizioni teramane al riguardo sono state sempre tante, anche nel settore dei commercianti, i quali per un verso hanno sperato in più lucrosi incassi per l’altro hanno cercato di ottenerli contribuendo individualmente e come categoria il meno possibile, rivelandosi più bottegai che imprenditori. Anche loro hanno avuto sempre il braccino corto, come tutti i teramani, infastiditi più che entusiasti di una pacifica invasione di giovani e di comitive che per quattro giorni l’anno arricchiscono e ravvivano la nostra esistenza. Molti hanno anche insistito sulla pochezza sportiva della manifestazione, sullo scarso valore tecnico degli incontri e dei confronti agonistici. Ma, a parte che in manifestazioni del genere non è questo l’aspetto principale, anche questo non è vero del tutto, perché sono passati a Teramo giovani promesse della pallamano internazionale diventate poi splendide realtà o addirittura delle celebrità.
  Non poche volte abbiamo davvero corso il rischio di perdere la nostra più prestigiosa manifestazione, che non è solo sportiva, e il rischio persiste. Abbiamo così poco che perderla sarebbe delittuoso. Più volte la Coppa si è rinnovata ed alcune edizioni hanno avuto a corredo eventi di eccellente valenza culturale. Non è valso a nulla, perché a Teramo troppa gente guarda con apatia e con indifferenza ad ogni cosa e ciò che si preferisce di gran lunga è starsene seduti ai tavoli del bar e dei caffè a bere e a spiluccare, parlando, come della massima aspirazione della vita, di una insuperabile cena di pesce. Non è valso a nulla, perché a Teramo nulla entusiasma davvero e nulla scuote, soprattutto se fatto a Teramo da teramani. Il braccino dei teramani è sempre corto, specie quando si deve dare. Diventa lungo solo quando si deve prendere, ma non si fa nulla per prendere qualcosa se non quando viene offerta. E non si ringrazia neppure, ritenendola cosa dovuta.

 

Elso Simone Serpentini

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