Direttore editoriale:
Elso Simone Serpentini
Direttore responsabile:
Franco Baiocchi
Supplemento del settimanale satirico
SOR PAOLO iscritto nel Registro
della Stampa del Tribunale
di Teramo con il numero 544
18 dicembre 2005

Honi soit qui mal y pense

29 ottobre 2013


Maledetto sia chi ne pensa male,
ed è preso dalla piaga del sospetto,
chi ritiene che sia poco normale
e che non ci sia alcun aspetto

nella vicenda, anomala di certo,
che sia esente da mende e da difetti
e che in un poco nobile conserto
ritiene giusto che chi la fa…l’aspetti.

Restare al di fuori della trama
è difficile assai come pretesa
per chi comanda. E chi l’acclama

e ritiene che sia un innocente
dovrebbe ripensare che un’intesa
l’aveva reso finor sempre… vincente.

“Una cifra sovrabbondante”. Quando si parla della semantica dell’eufemismo! I 57 milioni di euro previsti per far funzionare il Cup regionale in Abruzzo (quando nelle Marche se ne spendono solo 12) è una cifra “sovrabbondante”, secondo Tagliente, Giuliante e Rabbuffante (licenza poetica), che, affrettandosi a dire di non voler fare alcuna fronda a Chiodi, affondano il coltello nella sua piaga, già sanguinante. E’ ben “strana” la vicenda di una gara d’appalto, vinta e poi persa dalla Nike, in associazione d’impresa con la campana Gesan. “Procedure che non garantiscono quello che era lo spirito della legge", dicono i tre “destri”, che parlano anche di “una totale disapplicazione della legge regionale” e aggiungono che "forse ci sono estremi di gravi irregolarità”.
  Un comunicato della Asl di Chieti, capofila delle asl abruzzesi nell’espletamento della gara di appalto, giustifica l’annullamento dell’aggiudicazione alla prima classificata, dicendo che non aveva “i requisiti giudiziari”. Procedendo alle verifiche dopo la conclusione della gara (guarda caso non prima, come sarebbe stato certamente più opportuno e legale), relativamente al possesso di alcuni requisiti di base e all’assenza di qualsiasi tipo di pendenza giudiziaria, sarebbero emerse delle “criticità” dovute a “dichiarazioni difformi” rese dalla RTI Nike-Gesan. Ancora la semantica dell’eufemismo! Strane formule per dire ciò che non si vuole dire più esplicitamente: qualcuno aveva dichiarato di non avere precedenti penali e invece ce li aveva. Ma perché non accertarli prima dell’aggiudicazione e non dopo? Perché si sono fatte verifiche dopo e non prima? E in che cosa consistono queste “sensibilità” dei dati che impedirebbero di rendere pubblici i reali motivi della mancata aggiudicazione e avrebbe imposto la secretazione? In che cosa consiste questa misteriosa causa ostativa, di cui si sa che riguarda una mendace dichiarazione relativa allo status ”penale” di uno degli sposi di un matrimonio rivelatosi infelice? Il connubio tra Nike e Gesan era reso necessario dall’obbligo di portare ciascuno in dote qualche cosa, e, dovendosi procedere ad “avvalimento”, cioè al prestito di alcune garanzie riguardo alle capacità operative, la Nike doveva quanto meno rendere cristallina la sua, che invece si è dimostrata opaca. In tutta la vicenda ci sono tali e tanti controsensi da costringere non solo a porre inquietanti interrogativi, ma, purtroppo, a fare altrettanto inquietanti ipotesi e ad avanzare sospetti, sfidando il motto: “Honi soit qui mal y pense”, maledetto sia chi pensa male. Ma lo stesso Andreotti diceva che spesso a pensar male ci si azzecca.
E allora lasciate che io pensi tutto il male possibile dei componenti della maggioranza di centro-destra che solo ora, assai tardivamente, strillano denunciando l’alto costo del previsto Cup regionale, le irregolarità della gara d’appalto, il danno alle tasche dei cittadini abruzzesi e richiedendo le dimissioni del dg della asl di Chieti che in pratica ha condotto il gioco. Ma lasciate che io pensi tutto il male possibile anche dell’opposizione di centro-sinistra, che a suo tempo protestò e denunciò assai timidamente quello che stava accadendo e solo di recente ha scoperto che c’era sotto un inghippo scellerato. Lasciate che io sospetti che i precedenti penali omessi colpevolmente consistano nelle violazioni della legislazione sul lavoro (infatti viene chiamato in ballo l’Ispettorato del Lavoro) e delle norme contributive, il che sarebbe assai grave per chi accampava le proprie pretese sbandierando il numero dei lavoratori che sarebbero stati impiegati nel Cup regionale. Lasciate che io pensi tutto il male possibile di un governatore che ha risposto con un eloquente silenzio a tutte le domande che ci si è posti a margine (ma anche nel merito) di questa gara d’appalto sembrata fin dall’inizio una spericolata e spregiudicata manovra tendente a costituire un tesoretto da spendere in modo ultroneo e con finalità certamente elettorali. Lasciate che io pensi tutto il male possibile di quei politici certamente non estranei al mondo delle logge massoniche abruzzesi e non abruzzesi che sembrano aver incrociato i loro compassi e le loro squadre per il loro solo esclusivo interesse. Lasciate che io sfidi chi mi accusa di vedere massoni ovunque ma sa assai bene di averne protetti molti nelle proprie cantine e di esserne stati protetti assai bene nelle loro alcove.
  Lasciate infine che io assista, divertito, allo starnazzare delle oche di un Campidoglio in sedicesimo che si sono accorti assai tardi che i Galli stavano inerpicandosi lungo i fianchi della rocca e al disordinato strepitio delle galline che si sono accorte, anch’esse troppo tardi, delle volpi in grembiulino entrate nel loro pollaio. Lasciate che io me ne resti qui, assiso in platea, come facevo all’Ambra Jovinelli, a gridare al comico di turno: “Famme ride!”. Ma so che lo spettacolo sarà sempre quello: due comici (politici) dei quali uno dirà all’altro: “Vai avanti tu, che a me mi viene da ridere!”

Elso Simone Serpentini

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