Il corrosivo del 1° gennaio 2015

 

Un altro giro di boa

      

Un altro giro di boa… Oggi ne comincia un altro, un altro ancora. Non per tutti, perché non pochi sono naufragati e noi che siamo restati a bordo delle nostre fragili imbarcazioni, o a nuotare con bracciate sempre più lente e stanche, gireremo intorno alla boa e cercheremo nuovamente, ostinatamente, il sospirato approdo. E ogni volta spereremo - ma temeremo anche - di trovarlo, e ci augureremo che il giro di boa sia l’ultimo. Giriamo tutti in tondo, credendo di andare da qualche parte, ma restando sempre nello stesso posto. Le mete sono immaginarie. Facciamo solo finta che siano reali. Girano ciascuna intorno alla propria boa le persone e le municipalità, girano i borghi, i paesi e le città, sperando che ogni giro possa essere più redditizio di quello precedente, ma nella certezza che non lo sarà. 

 

     Il giro di boa di quest’anno lo avvertiamo tutti di straordinaria importanza, perché percepiamo che stiamo vivendo un periodo storico significativo, anche se non ne cogliamo tutte le peculiarità. Noi teramani sappiamo che il 2015 potrebbe essere un anno di svolta, decisivo per varie ragioni. Ma lo affrontiamo senza troppe speranze, dopo aver perso le ultime assistendo al patetico spettacolo di una ceto politico che sta spendendo gli ultimi spiccioli del tesoretto lasciato in eredità da quello precedente. Come ciechi tra le rovine della nostra città cadente e decadente, i nostri amministratori, sia di maggioranza che di minoranza, rivelano la loro nudità e la loro pochezza, dandocene quotidianamente la testimonianza. L’elenco degli indizi e delle prove sarebbe lungo e impietoso: comprende una completa incapacità di fronte alla nevicata, pur lieve, e ai problemi che ha posto, l’alta tassazione corrispondente ad una inefficienza in tutti i servizi principali dei quali i cittadini avrebbero diritto, lo stato di degrado della nostre strade, dei nostri lungofiumi e i continui sversamenti nei nostri fiumi di liquami di ogni tipo e di ogni tipo di fetore.
     E’ nevicato, non a sorpresa, e i cittadini si sono giustamente lamentati per la scarsa o nessuna quantità di sale sparso nelle strade. Si è voluto insistere nel tenere un concerto di capodanno in piazza, a 6 gradi sottozero, e in una piazza difficilmente raggiungibile per via delle strade innevate e ghiacciate, ma sulla quale è stato sparso il sale ed è entrato in funzione uno spalaneve, che invece non si è visto in altre strade rimaste impraticabili. Si è spesa per il concerto una cifra risultata quasi il doppio di quella annunciata all’inizio. Il livello delle proposte dell’amministrazione è mediamente di poco superiore a quello del “Rosina dammela”  cantato in piazza a squarciagola, saltando e muovendo le braccia in aria. Intanto altri istituti culturali deperiscono sempre più e il Premio Teramo lo si molla senza tanti riguardi, Tutte le realtà e i vanti che concretizzavano il ruolo di Teramo come città capoluogo sono svaniti o stanno per svanire, il livello culturale della nostra vita sociale è ormai così basso dall’essere del tutto inconsistente.
     Il giro di boa di questo 2015 è triste e quasi disperato. La barca su cui ci troviamo fa acqua da tutte le parti, il timone è spezzato e la rotta è indefinita, il mezzo ingovernabile, i remi ridotti a monconi inutilizzabili. Procediamo alla deriva, per destinazioni ignote, senza riuscire a trovare un senso per la nostra navigazione, individuale e collettiva.Un altro giro di boa, signore e signori. Un altro giro di boa, concittadine e concittadini. Le onde sono alte e il pericolo del naufragio è massimo. Anche il cielo è coperto di nubi e non abbiamo l’ausilio delle stelle come punti di riferimento. Nessuna stella polare, nessuna mappa di navigazione, nessun sestante, non si procede nemmeno a vista, perché non vediamo nulla nel buio e non siamo abituanti a fronteggiare le tempeste, come sanno fare i migranti che credono di trovare il paradiso da noi, non sapendo che viviamo già nel nostro inferno.
     Avanti il prossimo, il prossimo giro di boa, l’ennesimo. I problemi sono sempre quelli, accresciuti: la sanità pubblica, i primariati, l’incompetenza, l’ignoranza, le inadempienze, le disperazioni, la disoccupazione, la mancanza di speranza per i nostri giovani, ogni spazio di libertà vera preclusa. C’è chi interpreta il giro di boa come un mutamento di sorte e di destino, come una svolta, come una discontinuità, ritenendo che al di là della boa la navigazione non sarà più come prima. Noi sappiamo che sarà la stessa, che non muterà niente, perché non vediamo nessun segno di cambiamento e se qualcosa la vediamo cambiata ci dobbiamo arrendere a vederla peggiorata.
     Un altro giro di boa, signori. In fondo anche il girare intorno ad una boa è un po’ come girare attorno al palo centrale di una giostra. Si gira, si gira, ci si illude di muoversi, di andare da qualche parte e, invece, si resta sempre nello stesso posto. Quella webcam fissa su Piazza Martiri a inquadrare la piazza semivuota sulla quale ogni tanto dal palco inutilmente montato si irradiava qualche fascio di luce a inquadrare il nulla è stata la metafora della vita teramana di questo giro di boa: il nulla che inquadrava il nulla e rimandava il nulla e condannava definitivamente un’amministrazione comunale che non vale nulla.
     Ad un certo punto c’erano collegati alla webcam, attenti a vedere in diretta quello che accadeva sulla piazza (a sentire no, perché è una webcam senza audio), più di mille utenti, in piazza gli spettatori non arrivavano a cento. Dividiamo per il numero di spettatori i 37.000 euro del costo del concerto e sapremo quanto ci è costato a persona. Ci verrà voglia di prendere a testate la boa.