Chi è ancora convinto che
sia proprio la cultura che può contribuire in
maniera determinante a rilanciare le sorti morali e
materiali, e perfino economiche, di Teramo, è
chiamato in questo momento cruciale, che sembra di
svolta, a dare il proprio contributo alla diffusione
di idee e concetti preziosi, quali quello della
libertà di opinione, della partecipazione
democratica, della crescita, dell’allargamento dei
propri orizzonti, della concretizzazione di ideali e
obiettivi di largo e lungo respiro.
Auspico che il manifesto
possa essere l’unitario contributo del maggior
numero di intellettuali teramani e avere il maggior
numero di adesioni.
Auspico che, oltre alla
indicazioni di alcuni principi cardine e teoriche
considerazioni, il manifesto contenga l’indicazione
di obiettivi pratici da realizzare nel medio e nel
lungo periodo, tra i quali la valorizzazione di
realtà e strutture esistenti e da far esistere nel
campo delle scienze, delle lettere e delle arti.
Auspico che siano
individuati progetti di ri-valorizzazione di
strutture urbane e di luoghi abbandonati e/o,
trascurati per un rilancio della teramanità e un
ri-uso creativo e produttivo e per una
rivitalizzazione ormai improrogabile ed utilissima.
Auspico che le associazioni
culturali escano dal loro individualismo esasperato
e possano fattivamente cooperare tra di loro in
vista di progettualità comuni, collaborare per
coordinare le loro iniziative.
Auspico che esse richiedano
finalmente la costituzione di una entità, non di un
ente o di un carrozzone costoso, che quanto meno
realizzi un calendario unico degli eventi culturali,
evitando così che per lunghi periodi a Teramo non ci
siano appuntamenti ed iniziative e che poi, in
qualche giornata, ce ne siano molti, coincidenti e
sovrapposti, sì da essere costretti a spartirsi lo
scarso pubblico potenziale o a costringere le
persone interessate a scelte difficili e dolorose.
Auspico
che si possa organizzare un convegno sulla cultura
teramana, una sorta di Stati Generali, che faccia il
punto sulla situazione difficile del momento e ponga
le basi di un futuro diverso e migliore, ma senza le
astratte elucubrazioni e le mirabolanti pretese ed
ambizioni che hanno caratterizzato iniziative come
Teramo Cult o Teramo 2020.
Auspico che la forza
unitaria di quanti hanno a cuore la cultura teramana
costringa o induca le amministrazioni pubbliche ad
una diversa e accresciuta attenzione ai fenomeni e
alle iniziative culturali, al di là delle sempre più
limitate risorse a disposizione in un settore pur
tanto importante.
Auspico che siano individuati
spazi e luoghi, tra cui sale a costo zero, destinati
ad eventi culturali e pubblici confronti, che siano
assicurati sempre di più margini di libertà
nell’espressione delle proprie opinioni e dei propri
orientamenti.
Auspico
una tensione verso un rinnovamento radicale di usi
inveterati ed abitudini ormai stanche e una
attenzione maggiore verso la creatività di giovani
artisti e di talento, alla quale vanno offerti spazi
espositivi gratuiti e opportunità.
Auspico
che da un’ansia di rinnovamento possa nascere quello
spirito che torni a rendere il cittadino teramano
più vivo e partecipe, meno indifferente ed apatico,
e la città di Teramo meno rassegnata ad un declino
che a volte fa temere che possa essere
inarrestabile.
Auspico che siano in molti
quanti sono convinti che in quella che pare essere
una sorta di decadenza collettiva della vita delle
città e dei borghi, di degrado civico e di crisi
dello spirito pubblico, si trovino i pochi elementi
capaci di trasmettere un cauto ottimismo e di
trasformarsi in catalizzatori di rinnovate speranza
in una ripresa.
Auspico
che anche da questa rinnovata fiducia nella cultura
teramana possa nascere una ripresa delle attività
economiche e di iniziative intelligenti anche nel
campo giornalistico ed editoriale, in uno sforzo
comune per la ri-acquisizione di spazi e di
strumenti di informazione e di formazione, di
dibattito e di confronto, di rottura delle barriere
ideologiche e di formulazione di propositività.
Auspico
che siano molti ad essere convinti che sia
assolutamente necessario cogliere una delle ultime
opportunità che ha la cultura teramana di non
naufragare definitivamente e irreversibilmente.
Auspico che non restino, come
unica alternativa a questa possibilità di una nuova
“rinascenza teramana”, un lungo e definitivo sonno,
la fine di ogni illusione e una morte eterna.
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