LUI
– Non sono ancora tornato. Sono sceso dal Pennino e
mi sono fermato qua. Sono incerto se rientrare in
città. La mia intenzione era quella, ma forse vado
via… rinuncio.
IO – Come mai?
LUI – Vedi… poco prima che
arrivassi tu, qui, seduto al tuo posto c’era
un’altra persona, che non conoscevo e che non mi
conosceva. Mi ha parlato della città, mi ha
informato sugli avvenimenti di questi ultimi anni…
così ho cominciato a riflettere.
IO – Su che cosa?
LUI – Ho pensato che molte
delle cose che sono accadute ultimamente a Teramo e
che ancora accadono, sono dovute alla mia assenza.
IO – Sono sorpreso.
Solitamente le cose avvengono grazie alla presenza
di qualcuno, non a causa della sua assenza.
LUI – Nel mio caso è il
contrario. Mi sono convinto che la mia assenza ha
segnato l’ultimo tratto della storia di questa
città.
IO – Non sarà che
sopravvaluti la tua importanza e l’importanza della
tua presenza?
LUI – No. Gli indizi che mi
ha dato chi ti ha preceduto, qui, su questa
panchina, sono quasi delle prove. Come ti spieghi le
tante cose incredibili che sono avvenute in questa
tua città e le tante ancora più incredibili che
stanno avvenendo? Solo la mia assenza le spiega.
IO – Per esempio? Fammi
degli esempi.
LUI – Potrei farti un elenco
infinito, perché il tuo concittadino, seduto qui,
accanto a me, dove sei ora seduto tu, mi ha parlato
di tante cose davvero incredibili che, ripeto,
possono essere accadute e possono accadere solo a
causa della mia assenza.
IO – Me ne bastano pochi di
esempi, anche un paio, dai…
LUI – Un sindaco che, di
fronte alla crisi che attraversa la città, in tutti
i suoi comparti, cultura, commercio, industria,
occupazione, posta su Facebook la modifica della sua
immagine di copertina, piazzandoci il suo gatto e
dicendo che si chiama Lolo? E quello stesso sindaco
che piazza sua moglie nella società a partecipazione
mista con il comune che si occupa di rifiuti, a cui
affida l’incarico di smaltire il percolato, ma senza
che ne abbia le competenze, tanto che quella società
deve poi ricorrere ad un subappalto?
IO – Beh, effettivamente…
LUI – E degli scuolabus che
devono portare a scuola dei bambini, ma a scuola non
ci arrivano perché hanno una serie infinita di
guasti, gomme lisce e motori che singhiozzano? E
degli assessori che, messi tutti insieme, non
riescono a raggiungere la competenza e l’efficienza
di uno solo? E il rinvio a giudizio per gli
occupanti dell’ex Ovviesse, ma non per quanti
mettono a rischio la vita dei bambini da portare a
scuola?
IO – Sì, però…
LUI – E la serietà e
l’arroganza di tanta gente, politici ed
amministratori compresi, che credono di poter ambire
a fare di tutto e aspirare a tutto, senza la minima
considerazione dei propri limiti? Credi che questo
sia possibile senza pensare che sia dovuto al fatto
che io sono assente del tutto e da tempo in questa
città?
IO – E, ma chi sarai mai…
Secondo me, esageri e davvero sopravvaluti la tua
importanza, la tua presenza e la tua assenza.
LUI – E sarebbe possibile,
me presente, che qualcuno proponesse tasse tanto
alte per lo smaltimento dei rifiuti, vantando la
qualità della raccolta differenziata in una
situazione che è invece di totale inefficienza? Che
si parlasse tanto di commercio in ripresa, quando
invece sta morendo? Di sanità e di università
d’avanguardia, quando invece sono di estrema
retroguardia? Me presente, come potrebbe qualcuno
anche solo azzardarsi a dire che l’Ipogeo di Piazza
Garibaldi è un capolavoro d’arte? Come potrebbe
qualcuno parlare di abolizione della provincia,
quando la prima cosa che fa il nuovo presidente,
eletto non dal popolo, ma da pochi eletti, è tirare
fuori altri soldi per collaboratori a vario titolo e
di vario livello? Come potrebbe qualcuno piazzare
quelle incredibili fioriere nella piazza centrale di
Teramo e parlare di una città che rinasce, quando
invece sta morendo irrimediabilmente, se morta non
lo è già? Come potrebbe avvenire che un sindaco che
vince chiama buffoni coloro che non lo hanno
sostenuto e che quelli che non lo hanno sostenuto,
invece di opporsi a lui, dopo le elezioni pensano
solo a cannibalizzarsi tra loro?
IO – Non capisco cosa c’entri tu, e che cosa c’entra
la tua assenza, con tutte queste cose.
LUI – Ti do un ultimo
indizio, quasi la prova regina. Non è forse dovuto
alla mia assenza il fatto che tu continui a scrivere
illudendoti che qualcuno ti stia a sentire e prenda
in considerazione quello che scrivi? Che tu continui
ad illuderti pensando che il tuo inchiostro sia
corrosivo, quando invece viene preso ed utilizzato
come uno dei più efficienti oli lubrificanti?
IO – Devo andare via. Con
chi ho avuto il piacere di parlare?
LUI – Piacere, mi chiamo
Senso Del Ridicolo.
Quando mi alzai dalla panchina e
intrapresi il viaggio di ritorno verso
casa, lasciando il non più sconosciuto personaggio,
ero sommerso da lugubri pensieri e quasi vinto da un
senso di inanità.
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