Il corrosivo del 31 ottobre 2014

 

Teramo: Dialogo tra Ieri e Oggi

      

Si incontrarono ad un crocicchio, al limite tra la notte e l’aurora, e stentarono a riconoscersi l’un l’altro, anzi a conoscersi e a capire chi fossero, l’uno e l’altro, perché non si erano mai incontrati prima, né avevano pensato di poterlo fare. Quando ognuno dei due capì chi era l’altro, si guardarono con ancora maggiore sospetto e provarono molto imbarazzo. Ma erano così vicini che non riuscirono a non parlarsi. Il primo a rompere il ghiaccio fu il più giovane, vestito a nuovo, che si rivolse all’altro, più vecchio e vestito di panni lisi e consunti.

 

OGGI – Ciao, amico mio, ti chiamo così, anche se non siamo propriamente amici.
IERI - Vero, amici non siamo davvero. Sono stato costretto a cederti il mio posto. E non l’ho fatto volentieri.
OGGI – Anche tu, quando arrivasti, costringesti qualcuno a cederti il suo.
IERI – E tu sarai costretto a cedere il tuo, quando arriverà

 

OGGI – Per ora non voglio pensarci… Qquesto giorno è il mio tempo e me lo voglio godere, pienamente. Io rappresento il nuovo, tu il vecchio. Perché hai voluto indugiare ed aspettare il mio arrivo? Che cosa avevi di tanto importante da dirmi?
IERI – Volevo pregarti di conservare qualcosa di mio… nel segno della continuità.
OGGI – Preghiera respinta. Tu rappresenti il passato, io il presente e nel presente quel che conta è l’attualità. Tu sei superato e con te tutto quello che tu rappresenti.
IERI – Eppure quel che c’è in te ha in me le radici. E sono queste radici che hanno dato origine alle tue rigogliose fronde.
OGGI – Retorica. In te non c’è nulla che valga la pena di essere conservato. Viva il rinnovamento!
IERI – Vedi, anche per capire te e quello che sei tu occorre capire me e quello che sono stato io.
OGGI – Retorica. Il giornale del giorno prima è buono solo per incartarci il pesce. Le cose vecchie non sono più fruibili, né utili, nemmeno per interpretare e capire me.
IERI – Neghi ogni debito che hai con me?
OGGI – Io non ho alcun debito, né con te né con chi ti ha preceduto. Io sono lucido, splendido, leggibile, tu sei oscuro, sbiadito e non più leggibile.
IERI – Vedo che ti ho atteso vanamente. Mi avevano avvertito mi avevano detto che tra noi non ci poteva essere dialogo.
OGGI – E perché non hai tenuto conto dell’avvertimento? Perché non hai fatto come coloro che ti avevano preceduto, che  se ne sono andati senza aspettare che tu arrivassi?
IERI – Parli di ALTRO IERI e di ALTRO IERI ANCORA?
OGGI – Proprio di loro.
IERI – Vedi che sei ignorante e non lo riconosci? Non sai che prima di me ognuno ha aspettato quello che sarebbe arrivato dopo di lui, per trasmettergli…
OGGI – A me non deve trasmettere niente nessuno. Hai fatto male a non partire prima che arrivassi io. Non c’era alcun bisogno che ci incontrassimo… Non c’è alcun bisogno della continuità tra chi parte e chi arriva. Quando non c’è l’incontro, è più facile che si affermino davvero il nuovo e il diverso.
IERI – Ma tu davvero credi di essere tanto diverso da me?
OGGI – Certo che sono diverso… siamo completamente diversi. Come potremmo non esserlo? Io sono e tu non sei più.
IERI – Eppure siamo molto più simili, io e te, di quanto tu pensi e immagini. Chi ci confronterà ci troverà assai simili e quasi per nulla differenti.
OGGI – Non bestemmiare. Tutto in me è cambiato rispetto a te: il dire, il fare, il modo, il vestimento, il pensare, il sognare…
IERI – Tu sogni oggi quel che sognavo io e speri di essere quel che speravo io di essere e non sono stato. E nemmeno tu sarai quel che speri di essere.
OGGI – Tu pensa alle tue frustrazioni, che sono tante…
IERI – E tu pensa alle tue illusioni, che sono pure tante, così come tante sono state le mie.
OGGI – Mi fai pena. Io riuscirò dove non sei riuscito tu.
IERI – Anche io ho nutrito questa certezza e l’ho allevata con tanta cura. Ma l’ho vista svanire, come accadrà a te.
OGGI – Io non mancherò l’obiettivo. Perché ho imparato anche dai tuoi errori, che saprò evitare.
IERI – Te lo auguro. Anche io mi sono illuso di aver imparato molto da chi mi aveva preceduto. Ma ho dovuto poi constatare a mie spese che ero ignorante proprio come lui.
OGGI – A me non capiterà, stai certo. Ora, vai per la tua strada, se te ne è rimasto qualche tratto ancora da percorrere, prima di svanire nell’eterna ombra dell’oblio.
IERI – Vado. Ma ricorda. Anche tu muterai nome e, da OGGI che sei, diventerai IERI.
OGGI – Va’ via, uccello malaugurante. Sparisci. Non sarai rimpianto.
Proprio in quel momento,
mentre i due separavano per sempre le loro strade, avviandosi verso direzioni opposte, si adunò una gran turba, si aprì il cielo e si vide in alto una folla di lugubri personaggi, ciascuno dei quali a gran voce enunciava il proprio nome: FAME, SETE, FREDDO, CALDO, STANCHEZZA, NUDITA’, DOLORE, INFERMITA’, INGANNO, PERSECUZIONE, INVIDIA, DISPREZZO, DISONORE, AFFANNO, TRISTEZZA, TIMORE, IRA, DISPERAZIONE, GUERRA. Davanti a tutti cavalcava un cavallo nero e spettrale un signore che diceva di chiamarsi DOMANI e annunciava, con aria di minaccia, la perdita di ogni cosa, di tutto: della casa, degli averi, dei beni, della dignità, degli amici, dei parenti, dei fratelli, dei genitori, della vita stessa, quanto più amata.