Il corrosivo del 10 ottobre 2014

 

Protezione e molliche di pane

 

       Stando alle cronache, che leggo da lontano, senza poter constatare “de visu”, l’indice di gradimento dell’attuale amministrazione comunale di Teramo sta raggiungendo livelli assai bassi, quali non erano stati toccati da tempo. In altri tempi si sarebbe detto che il sindaco Maurizio Brucchi è al centro di una bufera. Lo si potrebbe dire anche oggi, ma non sarebbe la verità. In primo luogo perché a Teramo di bufere ormai non ce ne sono più. I teramani sembrano accettare e tollerare tutto con indifferenza e noncuranza. Ci sono delle minoranze che si agitano e protestano, ma sono, appunto, delle minoranze, e poi le maggioranze, più o meno silenziose, quando si pronunciano, si pronunciano a favore di chi amministra, anche male e malissimo. E’ avvenuto pochi mesi fa: aa maggioranza ha rivoluto Brucchi e ora la città se lo tiene. Non solo, anche qualche pezzo importante della minoranza ha poi condotto una opposizione ben strana, finendo per approvare, o per astenersi, i provvedimenti che si sarebbero dovuti ostacolare di più o che avrebbero dovuto suscitare maggiormente l’avversione popolare: l’applicazione della tariffa massima della tassa più odiosa.

 

     Niente bufera, dunque: per Brucchi, nessuna tempesta. Al sindaco basta tenersi alla larga dai contrasti più aspri, difendersi con l’invisibilità, andarsi a discolpare negli studi della televisione dove gestisce tempi e spazi come se ne fosse il padrone (padroni, in realtà, ne sono suoi amici e protettori), e fuggire, o fare passi indietro, quando la situazione si fa un po’ più insostenibile. Affrontato in piazza, pare che abbia svicolato; affrontato in consiglio, pare che sia retrocesso di un po’, ma iniziative quali la protesta del comitato delle mamme davanti al Municipio e lo sciopero del pranzo dei bambini a Villa Mosca, pur lodevoli, sembrano in grado soltanto di increspare le onde, non di provocare un’onda abbastanza grande da travolgere la giunta e chi la presiede.
    Certo è che finora, da quando si è insediata, la nuova amministrazione non ha collezionato che brutte figure e non c’è assessorato che non abbia accumulato inadempienze anche gravi e messo in evidenza inadeguatezze anche assai serie. Era stato tutto previsto, da chi aveva avanzato critiche alla scelta brucchiana degli assessori, ma la facile previsione non è stata in grado di scongiurare gli eventi successi, tutti mal-eventi. L’impressionante serie di segnalazioni fotografiche sul progressivo e inarrestabile degrado delle condizioni igieniche delle strade di Teramo, sia nel centro che in periferia, risulta anch’essa fine a se stessa, perché nessuno sembra in grado di trarne conseguenze positive.
   
La Team è sull’orlo di una crisi di nervi e di sistema, oltre che di bilancio; le casse comunali sono vuote anche perché i cittadini non hanno più soldi per pagare le imposte; i commercianti si sono arresi e si rifiutano di assumersi l’ingrato ed oneroso compito di tenere pulita le aree antistenti i loro servizi commerciali, che ignoti cittadini continuano a sporcare subito dopo che sono state pulite. Così non c’è nessuna tempesta che incombe sulla testa di Brucchi e dei suoi assessori, non c’è nessuna protesta che sembra in grado di scalfire la pietra e nessuna goccia abbastanza ripetuta da poterla scavare. I teramani sono abbandonati al loro destino.
    A Teramo i vecchi poteri sono logori, i nuovi non sono sufficientemente consolidati, tra i vecchi e i nuovi la saldatura è assicurata solo da una continuità famigliare contraddistinta da quei caratteri che spesso portano le famiglie a vedere negli eredi le brutte copie dei loro progenitori e a dilapidare in poco tempo anche quel poco è rimasto dell’antica rispettabilità. I rampolli si stanno vendendo l’argenteria accumulata dai padri e tra un po’ finiranno sul lastrico.
    Ma non saranno mai abbastanza poveri perché la gran massa dei concittadini si esima dal continuare a riverirli e a scappellarsi di fronte a loro, perché da troppo tempo abituati ad elemosinare posti di lavoro, favori di ogni tipo, protezione e molliche di pane di cui sfamarsi nei tempi duri. Ecco, a questo è ridotta Teramo: protezione e molliche di pane. All’ombra di querce cadenti, e di alcune che sono cadute e di ombra ne fanno assai poca, gli inetti e gli ignavi continuano la loro vita di sempre, persi nel loro vuoto morale e nella loro pochezza culturale, ricoperti di quella polvere che ammorba ogni cosa, perché non è né polvere di stelle né polvere di biblioteche.
   
Protezione e molliche di pane: basta poco quando c’è poco e non si vuole di più, quando si affida la propria vita ad altri e non si sogna nemmeno più. Mamme coraggiose, cittadini fotografi di sconcezze urbane, blogger e giornalisti abbastanza coraggiosi da osare di dire che il re è nudo, bastian contrari per principio e per convinzione ce ne sono, ma tutte le loro voci sono dello stesso tipo di cui un tempo si diceva che fossero di chi grida nel deserto.
 
    Il nulla governa Teramo
e l’amministra. Il nulla si lascia amministrare. Il nulla avanza e tutto ricopre, facendo diventare il tutto un nulla. Brucchi continua a fare il sindaco e il medico, i suoi assessori continuano a far finta di fare gli assessori. La maggioranza dei cittadini si accontenta ancora solo di protezione e molliche di pane. Amen.