Chi esce fuori dalla cinta muraria
e visita altre città non può non rimanere
impressionato, fortemente impressionato, dalla
grande differenza, che è come un pugno nell’occhio.
Altre città, non solo nel Veneto e in Friuli, dove
soggiorno più di frequente, presentano luoghi
pulitissimi, dove riuscire a trovare una cartaccia
per strada è impossibile. Viali, vialetti, piazze,
slarghi, giardini sono tutti pulitissimi, i cestini
per i rifiuti sempre vuoti, i selciati come se
fossero stati appena lavati. Come è possibile?
A parte la gente che affolla i
tavolini dei bar e i gazebo dei tanti caffè, come
non accade con tanta evidenza in nessun’altra città
che ho recentemente visitato, questa è la
caratteristica principale che differenzia la realtà
teramana dalle altre. Non so se a sud (vado poco a
sud) le cose sono diverse, più simili a quelle
teramane che al nord, non so se le altre città
abruzzesi e del centro Italia la “monnezza” sia
sparsa per le strade come da noi (ma l’anno scorso
Sulmona mi parve splendida e pulitissima). Ma a
Teramo la situazione è drammatica. Molti sono pronti
a prendersela con la Team, sostenendo che non
raccoglie i rifiuti con regolarità e con efficienza,
che spesso li lascia nelle strade e davanti alle
case, che gli operatori sono sciatti e
menefreghisti, forti delle raccomandazioni grazie
alle quali sono stati assunti e dalle quali
continuano ad essere protetti. Sarà. Ma non può
essere solo questo e non è solo questo. Altri dicono
che la sporcizia per le strade è dovuta alla scarsa
qualità dell’organizzazione nella raccolta dei
rifiuti e che quindi la responsabilità non è degli
operatori, ma dei loro dirigenti, che percepiscono
stipendi senza meritarseli, forti anche loro delle
loro raccomandazioni e super retribuiti al di là del
merito. Altri additano i bilanci irregolari e il
deficit che si mangia le tasse dei teramani, Tia,
Tasi, Tari o come accidenti si chiamano. Ma non può
essere solo questo e non è solo questo.
Non posso non pensare a
coloro che le buste di plastica, le bottiglie vuote,
le lattine di birra, le carte e le cartacce e le
altre “zezzità” ce le butta e ce le lascia. Non
posso non pensare alla responsabilità e alla colpa
dei teramani, del teramano qualunque, che non si fa
scrupolo di sporcare la propria città e di
lamentarsi poi che sia sporca e che nessuno la
pulisca. E’ un circolo vizioso: io sporco, tu
sporchi, lui non pulisce, noi sporchiamo, voi non
pulite, tutti vivono nel lercio e nello sporco. Se
ogni volta che passi davanti ad un cestino pieno e
stracolmo, perché nessuno lo ha vuotato, getti i
tuoi avanzi nei pressi, è più difficile che venga
pulito e sei quasi invitato a non usarlo. Se passi
per una via già sporca del suo, non ti fai scrupolo
di gettare anche tu una cartaccia, che nessuno
raccoglierà, come nessuno ha raccolto le altre e
così continuando a non raccoglierla, la sporcizia si
accumulerà, dando alibi morali e civili a quanti
continuano e continueranno a sporcare.
Oggettivamente è assai più difficile gettare un
rifiuto lungo una strada che risulta pulita, linda e
pinta, come in queste città venete e friulane. Sono
certo che un teramano che dovesse visitarle per
qualche ora, non lascerebbe cadere per strada un
fiammifero, proverebbe vergogna a farlo, ma poi,
tornato nella sua città, ricomincerebbe a lanciare
dal finestrino della sua auto mozziconi di
sigarette, carte che avvolgevano il panino con la
porchetta e bicchieri di plastica.
Quello che accade poi
davanti ai supermercati e ai punti vendita è
straordinario. Stazionano per ore e per giornate
intere scatole, scatolone, buste, involucri di vario
tipo e di diverso genere, senza che nessuno
sottragga questo materiale alla vista e senza che
nessuno provveda alla rimozione. Le responsabilità
degli amministratori non sono poche e non vanno
omesse. Non è che si possa crocifiggere direttamente
il sindaco o che si possano piantare chiodi sulle
mani degli assessori, ma se non danno un segnale, se
non annunciano una inversione di tendenza e non
provvedono a sanzioni e ad ammonimenti, non si
comincerà mai a sperare che Teramo possa darsi una
ripulita e tra un po’ vivremo davvero sommersi dal
letame. Qualcosa bisogna fare e al più presto. Non
si può continuare a vivere così. Fotografare e
denunciare non basta. Occorre colpire e sanzionare,
occorre raccogliere e lanciare una sfida. Bisogna
prendere il capo del gomitolo e cominciare a
tessere. Io comincio a pulire come si deve, voglio
vedere se tu hai il coraggio di sporcare, se lui si
decide a sanzionare, se noi cominciamo a smaltire i
rifiuti come si deve, se voi li raccogliete con
regolarità e con efficienza, se tutti insieme
riusciremo a fare della nostra città una città
pulita, come ce ne sono tante e come dovrebbe
essere...
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