Il trattamento indica le
scene nell'ordine in cui accadono
e forniscono lo stile e la descrizione dei
personaggi e dei luoghi. A volte è solo uno scarno
elenco di capitoli. Per scrivere il trattamento de
LA GRANDE BRUTTEZZA non occorre molta fatica, dopo
aver inserito gli immancabili capisaldi (l’ipogeo di
Piazza Garibaldi, il teatro antico, il Castello
della Monica al buio, l’Ovviesse abbandonato) basta
scorrere e riportare sulla carta i titoli degli
argomenti riportati in questo blog, che con grande
realismo (non certamente magico) fotografano la
“bruttezza” (altro che bellezza) teramana. Vogliamo
provare?
San Nicolò invasa da giostre rumorose e problemi
di sicurezza; Università di Teramo con
visita della finanza e dei carabinieri; gli
scuolabus continuano a ignorare la convenzione; i
sindaci del Cirsu fanno finta di niente; Zona
Vezzola, il lungofiume occupato dai rom; il calvario
per diventare madre; Sportivissimamente; città
vietata ai disabili; i cessi dell’Ospedale Mazzini;
per sanare il bilancio niente colazione nelle scuole
e le giustificazioni dell’assessore Romanelli (bel
primo piano e poi dettaglio della bocca mentre
parla); Piano della Lenta, caos a scuola e quartiere
morente; Mario Nuzzo e le banche teramane;
l’emergenza ambientale a Carapollo; gli impiegati
del Comune; il passo di Piano d’Accio; la Team e il
suo bilancio; il rettore D’Amico e i suoi incarichi;
il Braga e i suoi curricula; Colleatterrato e i suoi
problemi; il centro destra e la questione morale;
una giunta di nove assessori; un presidente di
provincia senza provincia; il centro sinistra e
l’inettitudine; i grillini, Pomante e l’opposizione
mancata e mancante; ticket per i disabili; l’Ater, i
suoi appalti e le visite della guardia di finanza;
l’ospedale Mazzini e il suo centro prelievi; Ginoble,
Sottanelli e Tancredi; Paolo Gatti e le sue
suffragette; la Asl e i suoi concorsi; il premio Di
Venanzo senza un cinema; il teatro senza teatro;
rifiuti abbandonati per le strade; Aperistreet e le
bottigliette di birra sulle piazze; le librerie
vuote e i bar pieni; l’enorme buco di bilancio e i
buchi sulla rete idrica del Ruzzo; i nonni vigili
maneschi; la barbarie pretuziana; Fratarcangeli e i
suoi scuolabus; i parcheggi per disabili occupati da
abusivi; il sindaco che offende i lavoratori, i
sindacati e chiama buffoni i suoi avversari; il
pronto soccorso dell’ospedale di Teramo e il quadro
di Paolo Gatti davanti al suo ufficio in regione; i
cavi elettrici ad altezza di bambino; Ruga, Bizu,
Svarionato e altri imbrattamuri; lo zoo profilattico
e le sue competenze; le auto blu della provincia; le
sagre, sagrette, sagracce e sagrone; le corse
notturne di automobili al Lidl; le raccomandazioni
per entrare in Team; lo sciopero della fame a
sostegno dei malati di Sla; i rifiuti pericolosi
scoperti qua e là; inquinamento del Tordino e del
Vezzola; il mare pieno di merda; rifiuti che
ballano; discariche che crollano, ponti che
rischiano di farlo…
…e ancora: il lotto zero a due corsie,
le rotonde quadrate, il parco fluviale
in rovina, giardini pubblici degradati, l’ex
manicomio che deperisce, il Premio Teramo che non
decolla, la cultura che si spegne, ogni altro
interesse che non sia il bere, il mangiare, il
piluccare apertivi e giocare a calcio scommesse, sia
pure legalizzate, spento e non ravvivabile, il
commercio ormai finito, i negozi che chiudono,
precari e disoccupati che aumentano, giovani che non
hanno speranze se non lasciando la città dove sono
nati, politici ed amministratori che campano alla
spalle della gente ricevendo dalla stessa suffragi e
consensi…
Il materiale è sovrabbondante.
Si dovrà addirittura effettuare dei tagli e fare
delle scelte difficili. A Teramo la grande bruttezza
è ovunque, cosparsa, diffusa, disseminata, nelle
strade, nelle piazze, nelle istituzioni, nei
quartieri, negli uomini, nelle donne, nelle
coscienze. E’ stata dichiarata una guerra al bello,
guerra totale, all’ultimo sangue, senza respiro.
Immagino le scene, sapientemente girate da Nanni, e
la colonna sonora, superba, di Melozzi. Immagino il
colore, l’atmosfera, i dialoghi… altro che
Tarantino. Sarebbe un film stupendo, che darebbe il
senso di quanto viviamo nel marcio, nel lercio, nel
sudicio, nel brutto. Su Facebook molti fanno a gara
nel postare foto che mostrano a che punto a Teramo
la bruttezza sia ovunque e la bellezza sia ormai del
tutto assente. Alcune scene sono orripilanti e
rivelano una situazione disperata, senza ritorno, un
bruttezza che è nelle cose, nelle frasi, nei
comportamenti, nelle parole, nelle esternazioni,
nelle sguaiate e farneticanti interviste televisive
in cui ognuno si elogia e si giustifica e in cui ci
sono risposte senza domande e domande senza
risposte.
Immagino anche la scena finale del film:
quattro incappucciati, con il grembiulino, si
avvicinano, si avvicinano, si avvicinano… e, mentre
convergono al centro, partendo dai lati dello
schermo, una squadra e un compasso, compare, non la
scritta FINE, ma la scritta AMEN.
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