Il corrosivo del 30 settembre 2014

 

La grande bruttezza

 

       Se avessi anche solo dieci anni di meno mi avventurerei in un’impresa che mi appassionerebbe molto: la scrittura della sceneggiatura di un docufilm, di quelli che vanno tanto di moda, sulla condizione attuale di Teramo e dei teramani. Come regista e autore della colonna sonora sceglierei due miei amici, che stimo molto e che sarebbero certamente all’altezza: rispettivamente Walter Nanni ed Enrico Melozzi. Come titolo non avrei dubbio: LA GRANDE BRUTTEZZA.
Poiché una sceneggiatura richiederebbe un impegno per me troppo gravoso, mi limito a tratteggiare quello strumento intermedio che precede solitamente nella trattazione cinematografica la sceneggiatura e segue la scelta e l’individuazione del soggetto: il trattamento, che consiste nell'approfondire e ampliare in una forma narrativa simile al racconto il soggetto iniziale, cioè nel mettere insieme un materiale che poi gli sceneggiatori trasformeranno nella sceneggiatura finale.

 

     Il trattamento indica le scene nell'ordine in cui accadono e forniscono lo stile e la descrizione dei personaggi e dei luoghi. A volte è solo uno scarno elenco di capitoli. Per scrivere il trattamento de LA GRANDE BRUTTEZZA non occorre molta fatica, dopo aver inserito gli immancabili capisaldi (l’ipogeo di Piazza Garibaldi, il teatro antico, il Castello della Monica al buio, l’Ovviesse abbandonato) basta scorrere e riportare sulla carta i titoli degli argomenti riportati in questo blog, che con grande realismo (non certamente magico) fotografano la “bruttezza” (altro che bellezza) teramana. Vogliamo provare?
   
San Nicolò invasa da giostre rumorose e problemi di sicurezza; Università di Teramo con visita della finanza e dei carabinieri; gli scuolabus continuano a ignorare la convenzione; i sindaci del Cirsu fanno finta di niente; Zona Vezzola, il lungofiume occupato dai rom; il calvario per diventare madre; Sportivissimamente; città vietata ai disabili; i cessi dell’Ospedale Mazzini; per sanare il bilancio niente colazione nelle scuole e le giustificazioni dell’assessore Romanelli (bel primo piano e poi dettaglio della bocca mentre parla); Piano della Lenta, caos a scuola e quartiere morente; Mario Nuzzo e le banche teramane; l’emergenza ambientale a Carapollo; gli impiegati del Comune; il passo di Piano d’Accio; la Team e il suo bilancio; il rettore D’Amico e i suoi incarichi; il Braga e i suoi curricula; Colleatterrato e i suoi problemi; il centro destra e la questione morale; una giunta di nove assessori; un presidente di provincia senza provincia; il centro sinistra e l’inettitudine; i grillini, Pomante e l’opposizione mancata e mancante; ticket per i disabili; l’Ater, i suoi appalti e le visite della guardia di finanza; l’ospedale Mazzini e il suo centro prelievi; Ginoble, Sottanelli e Tancredi; Paolo Gatti e le sue suffragette; la Asl e i suoi concorsi; il premio Di Venanzo senza un cinema; il teatro senza teatro; rifiuti abbandonati per le strade; Aperistreet e le bottigliette di birra sulle piazze; le librerie vuote e i bar pieni; l’enorme buco di bilancio e i buchi sulla rete idrica del Ruzzo; i nonni vigili maneschi; la barbarie pretuziana; Fratarcangeli e i suoi scuolabus; i parcheggi per disabili occupati da abusivi; il sindaco che offende i lavoratori, i sindacati e chiama buffoni i suoi avversari; il pronto soccorso dell’ospedale di Teramo e il quadro di Paolo Gatti davanti al suo ufficio in regione; i cavi elettrici ad altezza di bambino; Ruga, Bizu, Svarionato e altri imbrattamuri; lo zoo profilattico e le sue competenze; le auto blu della provincia; le sagre, sagrette, sagracce e sagrone; le corse notturne di automobili al Lidl; le raccomandazioni per entrare in Team; lo sciopero della fame a sostegno dei malati di Sla; i rifiuti pericolosi scoperti qua e là; inquinamento del Tordino e del Vezzola; il mare pieno di merda; rifiuti che ballano; discariche che crollano, ponti che rischiano di farlo…
    
…e ancora: il lotto zero a due corsie, le rotonde quadrate, il parco fluviale in rovina, giardini pubblici degradati, l’ex manicomio che deperisce, il Premio Teramo che non decolla, la cultura che si spegne, ogni altro interesse che non sia il bere, il mangiare, il piluccare apertivi e giocare a calcio scommesse, sia pure legalizzate, spento e non ravvivabile, il commercio ormai finito, i negozi che chiudono, precari e disoccupati che aumentano, giovani che non hanno speranze se non lasciando la città dove sono nati, politici ed amministratori che campano alla spalle della gente ricevendo dalla stessa suffragi e consensi…
    
Il materiale è sovrabbondante. Si dovrà addirittura effettuare dei tagli e fare delle scelte difficili. A Teramo la grande bruttezza è ovunque, cosparsa, diffusa, disseminata, nelle strade, nelle piazze, nelle istituzioni, nei quartieri, negli uomini, nelle donne, nelle coscienze. E’ stata dichiarata una guerra al bello, guerra totale, all’ultimo sangue, senza respiro. Immagino le scene, sapientemente girate da Nanni, e la colonna sonora, superba, di Melozzi. Immagino il colore, l’atmosfera, i dialoghi… altro che Tarantino. Sarebbe un film stupendo, che darebbe il senso di quanto viviamo nel marcio, nel lercio, nel sudicio, nel brutto. Su Facebook molti fanno a gara nel postare foto che mostrano a che punto a Teramo la bruttezza sia ovunque e la bellezza sia ormai del tutto assente. Alcune scene sono orripilanti e rivelano una situazione disperata, senza ritorno, un bruttezza che è nelle cose, nelle frasi, nei comportamenti, nelle parole, nelle esternazioni, nelle sguaiate e farneticanti interviste televisive in cui ognuno si elogia e si giustifica e in cui ci sono risposte senza domande e domande senza risposte.
    
Immagino anche la scena finale del film: quattro incappucciati, con il grembiulino, si avvicinano, si avvicinano, si avvicinano… e, mentre convergono al centro, partendo dai lati dello schermo, una squadra e un compasso, compare, non la scritta FINE, ma la scritta AMEN.