Il corrosivo dell'11 dicembre 2012
Chi avvia il
progetto salvezza?
Teramo può salvarsi. Può farcela. Le risorse
economiche ed umane per potercela fare ci sono. Ma
occorre un progetto. Un progetto per la salvezza comune,
della città e dei suoi abitanti. Il progetto da avviare
deve presentare e proporre delle alternative, perché
finora sono stati commessi molti errori, che non devono
essere ripetuti. Bando perciò a chi non li riconosce
come tali, a chi non fa autocritica, o per aver fatto
errori o per averli lasciati fare; bando a chi intende
muoversi sul piano di una continuità che sarebbe solo la
perpetuazione della serie di errori.
Occorre un progetto che parta da
premesse diverse da quelle che, senza un orientamento
preciso, sono state la base di una serie di scelte-non
scelte irresponsabili che stanno portandoci alla
catastrofe di un isolamento reso ancora più grave dalla
perdita della nostra identità, di capoluogo e di
comunità, anche se per ora la caduta del governo Monti
ha vanificato il rischio di perdere quella provinciale e
di vederci accorpati all’Aquila.
In una realtà sociale ed economica in
cui non le ricchezze saranno più ricche e le povertà più
povere, in cui i giovani faticheranno sempre di più ad
emergere e il merito a prevalere, in cui le aree
economiche saranno sottoposte al vaglio quotidiano di un
mercato cinico e spietato, in cui tutto dipenderà dalla
cultura che si sarà capaci di esprimere, i teramani
saranno chiamati a periodici esami, nei quali sarà
troppo alto il pericolo di essere bocciati.
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Non potremo più, in futuro, sbagliare i
nostri candidati, sia a destra che a sinistra, i
nostri eletti e i nostri amministratori, perché gli
errori ci saranno fatti pagare sempre più caramente.
Occorre per Teramo un progetto
nuovo, da avviare subito, senza indugi, un progetto
globale, economico, sociale, culturale, che disegni
una nuova identità e interpreti una nuova vocazione,
senza incertezze, ponendo degli obiettivi precisi e
indicando i tempi per il loro raggiungimento.
Dovremo darci da fare. Ma chi avvierà il progetto?
Chi si rimboccherà le maniche? Chi si incontrerà con
chi, in un confronto di idee più concreto di quello
che finora è vissuto a sprazzi e di stenti? Perché
in questa città si litiga, ci si accapiglia, ma non
si discute, non si dibatte, non ci si confronta
seriamente? Perché le scelte strategiche non vengono
discusse prima di vederle destinate al fallimento?
Non perdiamo l’ultima occasione. Ma questa volta
evitiamo l’astrattezza di dibattiti come quelli
organizzati in vista di Teramo 2020 o di Teramo Cult
e rimaniamo coi piedi ben piantati per terra.
Curiamo le ferite del
parcheggio di Piazza Dante, dell’Ipogeo e delle
rotonde senza roton-dità, evitiamo di cementificare
le aree più prestigiose solo per accontentare gli
speculatori dell’edilizia d’assalto. Parliamo di
cose concrete e di tempi certi. Chi avvierà il
progetto? La nuova legge elettorale non è arrivata e
si voterà con quella vecchia. I partiti sono nuovi
solo di nome e le primarie hanno ridato un po’ di
smalto ma la vernice non è di prima qualità. Saranno
ancora i vertici a designare i candidati, saranno
ancora gli apparati a prevalere, non è cambiato
nulla e le cose sembrano destinate a proseguire come
prima. Si ha l’impressione che a Teramo non esista
ancora un laboratorio dove si producano nuove idee,
un opificio dove si costruiscano nuove macchine, un
gabinetto dove si sperimentino nuovi ritrovati.
La nostra città sembra ancora
la caverna del nulla, dove tutto ciò che esiste
sembra essere il nulla destinato a restare nulla,
dove davvero parlano di più proprio quelli che meno
dovrebbero farlo, dove si ritraggono dalla politica
coloro che più potrebbero contribuire al bene
comune, resi sospettosi da quanto è capitato a
quanti nel passato prossimo e remoto si sono
avventurati a confrontarsi con la pochezza di
spirito e di mente venendone sconfitti.
Chi in queste condizioni potrà
avviare un progetto di salvezza, avendo il coraggio
di proporlo e la tenacia nel riproporlo una volta
respinto, chi potrà avventurarsi in quella caverna
del nulla sperando di poter trarre dal nulla qualche
cosa? Chi saprà e potrà dentro di sé il coraggio di
intraprendere una navigazione contro vento e in un
mare tempestoso, per tentare di sbarcare in
territori ostili e depredati dai pirati così
arrembanti da non lasciarsi sfuggire nulla e così
ingordi da aver trasformato ogni risorsa in una
propria preda? Chi ha ancora coraggio sufficiente si
faccia avanti.
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