Il corrosivo del 16 ottobre 2012  

 

Cinque ipotesi per un delitto

 

      

Mi lascio trasportare dalla mia vena di giallista (sia pure sui generis) e raffiguro la mancanza di un ecografo nel consultorio di Casalena (Teramo) come un delitto, anzi, come un crimine, e, come per ogni delitto, formulo delle ipotesi, essendo evidente chi sia l’autore, il direttore generale della Asl di Teramo, Giustino Varrassi, al quale fa capo ogni responsabilità finale di ogni assunzione o non assunzione di atti della struttura che dirige, ancor più del direttore sanitario Camillo Antelli, che pure sulla stampa sembra volersele assumere, con le sue dichiarazioni. Le mie ipotesi per un delitto sono cinque. Vediamole con ordine, rispondendo alla domanda: perché non si dota il consultorio di Casalena di un ecografo?

    Prima ipotesi. Si ritiene che un medico bravo (non si sa mai, ce ne possono essere anche nei consultori) possa fare una buona diagnosi, anche senza un ecografo. La storia della medicina è piena di esempi di illustri clinici del passato, che facevano diagnosi solo guardando negli occhi il paziente o assaporando sulla punta della lingua la sua urina. Quindi?

 

    Un medico di un consultorio può capire cosa succede nell’utero di donna o in un feto che vi sia contenuto anche servendosi della sola palpazione o, se proprio serve, di una palla di vetro. La domanda che sorge da questa ipotesi è: perché allora l’autore del delitto non toglie gli ecografi anche a tutti gli altri medici, risparmiando così una bella somma? Un urologo bravo non può fare le sue diagnosi semplicemente infilando il suo dito nel retto del suo paziente e palpare una prostata?

    Seconda ipotesi. Si ritiene che un ecografo non serva in un consultorio. E’ un’ipotesi assai probabile. C’è gente che non crede nella utilità dei consultori, ritenuti luoghi malsani in cui pessimi medici praticano pessima medicina, a cui si rivolgono maniaci e disperati, che non possono o non vogliono spendere per sapere se sono malati o per curarsi quando sanno di esserlo. C’è chi ritiene che andrebbero chiusi e i malati andrebbero curati nelle strutture ospedaliere pubbliche o in quelle private e che anche nel settore della sanità vale il principio che vale di più ciò che costa di più, quindi la diagnosi fatta da un medico nel suo studio, pubblico o privato, sia più valida di quella fatta in un consultorio. Le domande che sorgono spontanee davanti a questa ipotesi sono: perché l’autore del delitto (la mancanza di un ecografo nel consultorio di Casalena) non chiude il consultorio, ritenuto inutile? Perché non toglie l’ecografo anche nei consultori di Montorio e di Giulianova? Anzi, perché non chiude anche questi consultori?

    Terza ipotesi. Si ritiene che un ecografo sia indispensabile, anche in un consultorio, ma non in quello di Casalena, anche perché se non lo trova a Casalena, può sempre andare a Montorio, dove ce ne sono due, o a Giulianova. Perché lo si vuole proprio a Casalena? Perché non vincere la propria pigrizia e non andare a Montorio? Sono appena quindici kilometri e con l’automobile ci vogliono pochi minuti, se non si ha un’automobile ci si può far accompagnare da un familiare e se non si ha un familiare da un amico, o andarci con l’autobus, basta informarsi degli orari di andata e di ritorno per e da Montorio. Per andare a Giulianova, c’è addirittura il trenino e molte più corse di autobus. Quindi, coraggio, donne e pazienti dei consultori, un po’ di intraprendenza, diamine!

    Quarta ipotesi. Si ritiene che l’ecografo sia indispensabile anche in consultorio, e perfino in quello di Teramo, ma si pensa che il suo uso necessita di un medico bravo, che lo sappia usare e non sia motivato soltanto dal desiderio di essere capace di accenderlo e quindi, fino a quando non se ne avrà a disposizione uno, è inutile dotare di un ecografo il consultorio di Casalena, anche per non rischiare di trovarsi di fronte a pessimi usi dello strumento, a sbagliate letture e diagnosi e quindi risultare addirittura pericoloso. Questa ipotesi pone con urgenza una domanda: se si deve giudicare l’opportunità della dotazione di uno strumento sulla base delle capacità e delle perizie nell’uso da parte dell’operatore, a quanti medici chirurghi il direttore generale e il direttore sanitario delle Asl (anche e soprattutto quella di Teramo) dovrebbero sottrarre i bisturi in dotazione?

    Quinta ipotesi: Si ritiene che l’ecografo sia indispensabile anche nel consultorio di Teramo (tanto che è stato comprato e si attende soltanto che sia disponibile un medico capace di usarlo e di garantire sicure diagnosi), ma prima di istallarlo si attende che si possa essere certi che, sia pure con il rischio di un inesperto uso, vengano assicurate in un anno un numero adeguato di prestazioni, cioè di ecografie, al di sotto del quale un ecografo non rende per quanto è costato. Questa ipotesi ci costringe a chiederci quando il direttore generale e il direttore sanitario avvieranno un’inchiesta per accertare se tutti gli altri ecografi della Asl assicurano un numero di prestazioni adeguato, e rimuoveranno quelli che dovessero risultare sottoutilizzati.

    Cinque ipotesi per un delitto. Ma il delitto rimane e quando sarà celebrato il processo, perché ad ogni delitto prima o poi deve corrispondere un processo, sarò tra quelli, tanti, che si costituiranno parte civile.