Che
cosa hanno in comune questi personaggi teramani?
Semplice: appartengono tutti ad una categoria di
persone che a Teramo è stata sempre riverita e assai
bene considerata, quella dei Sopravvalutati.
La nostra città si è sempre distinta, nel
corso della storia, nel rendere omaggio ai
Sopravvalutati, tenuti in gran conto in
tutte le epoche. Per alcuni di loro è
stato sufficiente fare una cosa, una sola
cosa, per vedersene riconoscere il merito
per il resto della loro vita, vivendo di
una rendita di opinione e di credibilità
da cui hanno continuato ad essere
gratificati. I teramani quasi sempre non
riescono a distinguere tra competenza e
incompetenza e quindi tra competenti e
incompetenti, ciascuno nel suo proprio
campo. Onori e privilegi sono stati
riservati ad autentiche nullità, che però
hanno goduto di un credito immenso, non
scalfibile, mentre autentiche genialità,
eccezionali figure di competenti, pur
continuando ad arrabattarsi per anni ed
anni in umiltà per meritare un pur minimo
riconoscimento, non ci sono riusciti.
Nella maggior parte dei casi, i
Sopravvalutati sono forestieri arrivati a
Teramo dai loro paesi poveri in canna e
rimasti qui in mezzo a noi, arricchiti e
santificati sugli altari della pubblica
stima.
Eppure… eppure… quel giornalista
professionista, ogni volta che è stato chiamato a
compiti di responsabilità, ha fallito; quel medico
chirurgo sono anni che non tiene in mano un bisturi
(e guai a noi se lo facesse); quel facitore di versi
è da tempo che non scrive una poesia decente; quel
docente universitario di storia ad ogni intervista
non manca di dire qualche castroneria;
quell’ingegnere sono decenni che non fa un progetto
valido; quell’architetto non cessa di fare danni e
di rendersi responsabile di scempi urbanistici;
quell’avvocato non vincerebbe una sola causa se non
fosse amico dei giudici; quell’ex calciatore non
azzecca mai un pronostico; quel prete sbaglia sempre
le sue citazioni del vangelo e di ogni altra sacra
scrittura; quell’artigiano esegue lavori che poi
bisogna sempre rifare almeno un paio di volte per
rimediare ai danni che combina; quel politico fa
proposte ridicole ed irrealizzabili e quel
presidente di banca ha portato quasi al fallimento
il suo istituto di credito. Ma nessuno ne tiene
conto. A Teramo, guadagnata una buona nominata, si
può vivere di rendita, come si dice, “portati in
pianta di mano”. Credito illimitato. Soprattutto se
ti mostri amico di tutti e vai a Messa.
Poi nel privato fa’ quel che ti pare.
Sarai sempre perdonato. Perché i tuoi demeriti
saranno sempre sottostimati, i tuoi errori non
considerati o presto dimenticati, e, dopo la tua
morte, quasi sicuramente metteranno una tua statua
sul viale dei Tigli, nel parco della rimembranza,
dove si rimembreranno solo le cose buone che hai
fatto, vere o presunte, ma non le tue colpe. |