Il corrosivo del 25 settembre 2012 

 

I sopravvalutati

 

   Un giornalista professionista sulla breccia (o sul marciapiede) da quasi mezzo secolo, che ha diretto redazioni, giornali e televisioni; un medico chirurgo che va per la maggiore e il suo nome è sulla bocca di tutti; un facitore di versi che si porta appresso da qualche decennio una fama di poeta; un docente universitario di storia che viene intervistato in continuazione su qualsiasi argomento di cultura generale; un ingegnere che sforna settimana per settimana, o giorno per giorno, progetti avveniristici; un architetto che, dopo aver dato tanto (a se stesso) nel privato, ora in quello pubblico dispensa la sua professionalità con la stessa disinvoltura con la quale prima elargiva le sue parcelle; un avvocato che viene considerato uno dei più rinomati azzeccagarbugli cittadini; un notaio che roga atti in continuazione con la frequenza di un distributore di benzina; un ex calciatore che, dopo aver attaccato al chiodo le sue scarpette, continua a discettare di calcio come se fosse un docente universitario; un prete che da decenni passa per grande teologo; un artigiano al quale si ritiene che chiodi e scalpelli diano del Lei e per questo Lui chiede per le Sue prestazioni miracolistiche compensi da capogiri (ovviamente senza rilasciare ricevute); un politico che viene considerato dai suoi elettori e dai suoi fans poco meno che un santone, un guru, capace di determinare le sorti dei singoli e le scelte della comunità; il presidente di una banca che viene osannato per la lungimiranza dei suoi orientamenti finanziari ed economici.

 

 

 

    Che cosa hanno in comune questi personaggi teramani? Semplice: appartengono tutti ad una categoria di persone che a Teramo è stata sempre riverita e assai bene considerata, quella dei Sopravvalutati.

     La nostra città si è sempre distinta, nel corso della storia, nel rendere omaggio ai Sopravvalutati, tenuti in gran conto in tutte le epoche. Per alcuni di loro è stato sufficiente fare una cosa, una sola cosa, per vedersene riconoscere il merito per il resto della loro vita, vivendo di una rendita di opinione e di credibilità da cui hanno continuato ad essere gratificati. I teramani quasi sempre non riescono a distinguere tra competenza e incompetenza e quindi tra competenti e incompetenti, ciascuno nel suo proprio campo. Onori e privilegi sono stati riservati ad autentiche nullità, che però hanno goduto di un credito immenso, non scalfibile, mentre autentiche genialità, eccezionali figure di competenti, pur continuando ad arrabattarsi per anni ed anni in umiltà per meritare un pur minimo riconoscimento, non ci sono riusciti. Nella maggior parte dei casi, i Sopravvalutati sono forestieri arrivati a Teramo dai loro paesi poveri in canna e rimasti qui in mezzo a noi, arricchiti e santificati sugli altari della pubblica stima.

   Eppure… eppure… quel giornalista professionista, ogni volta che è stato chiamato a compiti di responsabilità, ha fallito; quel medico chirurgo sono anni che non tiene in mano un bisturi (e guai a noi se lo facesse); quel facitore di versi è da tempo che non scrive una poesia decente; quel docente universitario di storia ad ogni intervista non manca di dire qualche castroneria; quell’ingegnere sono decenni che non fa un progetto  valido; quell’architetto non cessa di fare danni e di rendersi responsabile di scempi urbanistici; quell’avvocato non vincerebbe una sola causa se non fosse amico dei giudici; quell’ex calciatore non azzecca mai un pronostico; quel prete sbaglia sempre le sue citazioni del vangelo e di ogni altra sacra scrittura; quell’artigiano esegue lavori che poi bisogna sempre rifare almeno un paio di volte per rimediare ai danni che combina; quel politico fa proposte ridicole ed irrealizzabili e quel presidente di banca ha portato quasi al fallimento il suo istituto di credito.  Ma nessuno ne tiene conto. A Teramo, guadagnata una buona nominata, si può vivere di rendita, come si dice, “portati in pianta di mano”. Credito illimitato. Soprattutto se ti mostri amico di tutti e vai a Messa.

   Poi nel privato fa’ quel che ti pare. Sarai sempre perdonato. Perché i tuoi demeriti saranno sempre sottostimati, i tuoi errori non considerati o presto dimenticati, e, dopo la tua morte, quasi sicuramente metteranno una tua statua sul viale dei Tigli, nel parco della rimembranza, dove si rimembreranno solo le cose buone che hai fatto, vere o presunte, ma non le tue colpe.