Giovani
o giovanissimi aspiranti giornalisti sperano di
poter concretizzare le loro aspirazioni e le loro
speranze, anche venendo pagati meno delle badanti
rumene dei nostri vecchi non autosufficienti, mentre
consumati marpioni si preparano a sfruttarli, dopo
aver sfruttato generazioni e generazioni di giovani
che li hanno preceduti. Editori o sedicenti tali
continuano a cambiare tipografie e luoghi di stampa
per non dover pagare quelle già truffate e a
pubblicare periodici di varia natura dove la
qualità, ma anche la quantità, dell’informazione non
è scadente, ma addirittura non apprezzabile per
modicità della pesatura.
Non mi piace quello che sta accadendo nel mondo
dell’informazione televisiva, dove si conducono
interviste in ginocchio ai proprietari di quote,
palesi o occulti, delle testate dove le interviste
vengono fatte, in studi dove si offrono spazi che
sembrano quasi autogestiti anche quando c’è la
compresenza, ma complice o compiacente, di un
giornalista. Non mi piace l’informazione televisiva
locale, che risulta efficientissima nello spiegarci
come si cucina un piatto di cannelloni nostrani, ma
non ci descrive con spirito critico la realtà
quotidiana di una città e di una comunità e non
spiega perché, quando una descrizione viene tentata,
essa risulti così poco attendibile. Non mi piace
questa corsa al posizionamento politico dei
responsabili dell’informazione teramana in questa o
in quella fazione, sperando che possa essere scelta
quella vincente, speranza che accomuna i giornalisti
a quanti praticano lo sport nazionale del gratta e
vinci.
Non mi piace la comunità di questi giornalisti
teramani, che continuano ad odiarsi, a parlarsi
dietro le spalle, a rivolgersi accuse e a sferzarsi
non riuscendo mai ad essere credibili e non capendo
che avrebbero bisogno soprattutto di autorevolezza e
che fanno di tutto per non averla. Non mi piace
quella puzza al naso che fa considerare i blog e gli
spazi dell’informazione via web una specie di
ghetto, dove chi scrive non informa, perché si
ritiene che si possa informare solo usando la carta,
anche se dovesse trattarsi non di carta pregiata, ma
di carta igienica. Non mi piace certa gente che
quando si specchia il volto continua, illudendosi, a
credere di vedere una faccia invece che una parte
assai meno nobile del proprio corpo. Non mi piace
quanto sta accadendo in questi giorni
nell’informazione teramana perché, in una guerra di
tutti contro tutti, si risente il suono rauco di
vecchi tromboni, si rivede il tocco certamente non
magico dei giocatori delle tre carte, l’eleganza dei
servitori in livrea di quelli che “cacciano i soldi”
e dei potenti che distribuiscono onorificenze e
prebende, si riascolta il cicaleccio indistinto dei
mormoratori di professione. Non mi piace questo
mondo in cui tutti fanno gli “apprendisti stregoni”,
alla prese con esperimenti da piccolo giornalista o
da piccolo editore, prestando il fianco a facili
accuse di essere o dei disertori della vanga o dei
marchesi del calcestruzzo. Dio ci salvi da questi
protagonisti di una informazione che nasce da uno
scandaloso peccato originale: la totale, assoluta,
mancanza di spirito di libertà e di indipendenza di
giudizio. Se poi qualche annunciato cambiamento di
direzione sarà portatore di aria nuova, fresca e
pulita, lo scopriremo e, se sarà così, ne sarò
felice. |