La conseguenza più negativa della
loro azione è che screditano, mediante il ricorso a
teorie estreme ed improbabili, non supportate da
documenti ma solo dalla fantasia più sfrenata (o da
documenti a cui attribuiscono il valore di documenti
ma non lo sono), chi sulla base di considerazioni ed
argomentazioni assai più plausibili e provate cerca
di far capire la necessità di ricostruire un fatto o
una serie di fatti non accontentandosi della
semplice “verità ufficiale”, fornita da enti o
istituzioni in larga misura politica. I complottisti
sono altra cosa da chi, rimanendo sempre legato
all’uso di una metodologia di ricerca storica, cerca
di scavare a fondo alla ricerca di verità nascoste o
che si vogliono nascondere. Questo vale anche per
chi cerca di spiegare quanto peso e quanta influenza
esercitino nella serie di accadimenti, anche
mondiali, non solo nazionali, le logiche di
appartenenza massonica, più o meno occulte.
Considero come un intralcio per la vera ricerca di
verità alternative a quelle ufficiali e spacciate
per tali questi complottisti di maniera, che assai
spesso appaiono come personaggi bizzarri, non immuni
da caratteri maniacali o paranoici. Essi diffondono
come verità rivelate le teorie più improbabili,
nelle quali credono in modo acritico e fideistico,
senza voler sentire ragioni di sorta che inducano a
maggiore prudenza, senza accettare alcun invito ad
una seria metodologia di ricostruzione storica,
mostrano grande intolleranza nei confronti di quanti
si limitano a porre semplici interrogativi o ad
avanzare obiezioni. Sono in realtà dei “teologi”,
che solo per ragioni di epoca storica non si
trasformano in “inquisitori”, ma lo farebbero e
volentieri se solo se ne presentasse l’occasione nel
mutare dei tempi.
Il loro atteggiamento
mentale è quello tipico dei cospiratori al rovescio:
come quelli al dritto vivono nell’ombra e dell’ombra
si nutrono cospirando per l’affermazione di grandi
principi ideali, così quelli al rovescio vivono
dell’ombra e dell’ombra si nutrono perché vedono
ovunque l’ombra e si ritengono i soli depositari dei
segreti per far luce su ciò che in quell’ombra si
trova. Come i ragni costruiscono le loro ragnatele,
ma senza mai restarne avviluppati se non si ammalano
di schizofrenia, così questi complottisti da
strapazzo degenerano in dietrologi di bassa lega,
costruendo le loro trame che pretendono di spiegare
altre trame, restandone però avviluppati
drammaticamente, non riuscendo a sfuggire a
contraddizioni, a doppie e triple verità, a
sottostratificazioni di sensi e di significati, a
paralogismi terribili e a sofistiche argomentazioni
che, al contrario di quelle di Protagora, non si
reggono in piedi.
Purtroppo chi ha interesse a tenere occultate delle
verità, chi vuole accreditare soltanto verità
ufficiali, chi vuol dare a vedere che le logiche
massoniche siano ininfluenti sulle decisioni
economiche, politiche e finanziarie, chi vuol
distogliere l’attenzione e la focalizzazione dalle
proprie responsabilità, chi vuole sfuggire ad una
ricerca attenta e metodologicamente fondata, chi fa
di tutto per negare, contro ogni evidenza,
l’esistenza di un obiettivo di controllo delle
nazioni e delle democrazie e del perseguimento di un
nuovo ordine mondiale, si serve proprio di questi
dietrologi da strapazzo. Li utilizza per accreditare
l’idea che sempre ogni ricostruzione alternativa dei
fatti sia non sostenuta da prove sufficienti,
formulata in modo tale da essere non verificabile,
complessa in maniera improbabile. Queste tre
manchevolezze vanno invece riscontrate solo nel
complottismo degenere, o nei sostenitori della
teoria del complotto comunque e dovunque. Anche
quando si va a caccia di verità sui terreni impervi
dove la si vuole occultare, si deve procedere armati
di quelle virtù metodologiche che ci vengono
raccomandate dai grandi maestri, che ci hanno
insegnato come leggere la storia.
Karl Popper ha scritto
pagine illuminanti sulla “falsificabilità”, che si
differenzia dalla “verificabilità” per il diverso
orientamento metodologico. Non si può non tener
conto che le persone potenti coinvolte in una
eventuale cospirazione hanno interesse a
nasconderne, distruggerne o offuscarne le prove, a
sfruttare il fatto che i sempre scettici non sono
dotati di una sufficiente apertura mentale o
potrebbero essere politicamente motivati o
interessati a tenere occultare il loro
coinvolgimento (come accade per gli intrecci tra
politica e massoneria). Molte delle teorie dei
complottisti degeneri non sono né “verificabili”
(cioè certificabili come vere) né “falsificabili”
(cioè certificabili come false), e quindi non
presentano caratteri di scientificità storica.
Questo dipende dalla loro struttura logica, che è
costituita da affermazioni di principio seguite da
dichiarazioni di esistenza di fenomeni di per sé non
osservabili in quanto tenuti occulti, non
circostanziabili e non circostanziati nel tempo e
nello spazio, quindi non osservabili e solo
dichiarati fideisticamente esistenti. L’esistenza
del complotto, pertanto, viene asserita come vera al
di là di qualsiasi possibile verifica sperimentale.
Questa impossibilità tautologicamente viene
attribuita all’attività di copertura dello stesso
complotto.
Ben altro bagaglio metodologico ha a disposizione chi
persiste a cercare verità alternative e volutamente
occultate servendosi del rigore della ricerca
storica, che si avvale della possibilità di superare
la necessità di una “prova” di tipo tradizionale e
accede all’utilizzo di una valenza probatoria di
tipo diverso ma altrettanto “scientifico”, fondata
sul collegamento logico e consequenziale di fatti
certi. Ci sono teorie e teorie. Quelle di molti
complottisti di maniera sono cervellotiche e sono
d’intralcio a chi opera con maggiore serietà e che
farebbe bene a dir loro: “Ragazzi, lasciateci
lavorare!”
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