Il corrosivo dell'8 maggio 2012   

 

Senza limiti di Mandato

 

     Le parole sono pietre. Cadono e fanno rumore. Le parole sono coltelli. Lanciate, sono taglienti. “Inadeguatezza degli assetti di governance e dei controlli interni. Gravi irregolarità e violazioni amministrative”. Queste parole, pronunciate in riferimento alla Tercas, solo tre o quattro giorni fa avrebbero provocato immediatamente una querela nei confronti del malcapitato che le avesse scritte, dette o anche solo sussurrate a bassa voce. Adesso, dopo che a usarle è stata Bankitalia, sono state disinnescate del potenziale esplosivo giudiziario e trasformate in moneta corrente, per usare una terminologia consona al settore economico di riferimento. Ma quelle parole (qualche sostantivo e qualche aggettivo) significano molto di più di quello che appaiono ad un’analisi superficiale.

     Sono, nel nostro immaginario collettivo, la formula magica che ci ha consentito di cominciare a vedere che cosa c’era, e in parte c’è ancora, e ci sarà (ma ancora per poco) dentro una scatola altrettanto magica sul cui coperchio potevamo leggere scritto: “Gestione del potere economico-politico-finanziario teramano”.  

 

     In quella scatola un paio di totem (non credete a chi dice che erano più di due) erano intoccabili e avevano due punti di riferimento (due precondizioni), l’uno legato all’altro: “senza limiti di mandato” e “mandati senza limiti”. I mandati erano senza limiti, né spaziali né temporali, e per questo chi deteneva il potere lo gestiva senza impedimenti, con ampia, incontrollata, gigantesca potenzialità di applicazione. E’ per questo che era possibile continuare a presiedere una banca ininterrottamente per trenta anni. E’ per questo che era possibile a chi la presiedeva determinare la fortuna o la sfortuna di questo o di quel politico, di questo o di quell’imprenditore, decidere chi dovesse e potesse continuare a respirare e chi non dovesse e non potesse più continuare a farlo e non aveva perciò il diritto alla sopravvivenza. E’ per questo che era possibile continuare ad esercitare il proprio imperio prima nel mondo politico, poi in quello universitario e poi anche in quello bancario, trasmettendo per eredità tessere, clienti, consensi elettorali, trasferibili da un partito all’altro come sono trasferibili i conti correnti da una banca all’altra, scegliendo ogni volta quella che assicura una maggiore convenienza.

     Potere senza limiti di mandato e mandati senza limiti di potere. Finora è stata questa la legge, la legge del più forte. Non credete a chi vi dice, o vi dirà, che questa legge cambierà. Io, almeno, non ci credo. Non cambierà. Perché non è mai cambiata. E nemmeno quelle parole che ho ricordato all’inizio serviranno a cambiarla, né diecine di ispezioni bancarie o di commissariamenti. Certo, per Teramo è un terremoto e varie scosse di assestamento seguiranno a quelle che stanno determinando la caduta dell’Imperatore di Corso San Giorgio e quella del Ras di Fonte Baiano, ma questo accadrà perché ci sarà la ricerca di un nuovo equilibrio di potere, anzi di poteri, al plurale. Non credo a disattenzioni, a lacrime più o meno di coccodrillo, a grandi emozioni, o a depressioni da perdita di potere.

     Non credo che la massoneria sbagli a fare i propri investimenti, come pure qualcuno ha ipotizzato. E non credo che in questa storia la massoneria non c’entri, come qualche ingenuo continua ancora a sostenere. Non credo nemmeno che le indagini romane e quelle riminesi faranno piena luce sul coinvolgimento, innegabile, delle logge massoniche in queste vicende di un imprenditore romano- molisano al quale è stato accordato troppo credito e di una banca sanmarinese nella quale non pochi imprenditori teramani che vi avevano occultato al fisco i propri redditi tenevano celato nella loro borsa anche il grembiulino. Non ci credo perché in casi come questo troppo poche luci vengono accese e troppe ombre rimangono. Ma sono certo che qualcosa sapremo. E almeno chi avrà gli occhi per vedere e orecchie per udire, vedrà e capirà, anche se non tutti avranno la bocca per parlare. Si capirà chi avrà vinto questa lotta fra logge teramane di cui vado parlando da qualche tempo e nelle mani di chi passerà il potere “senza limiti di mandato”, il “potere senza limiti”. Avremo la conferma del detto iniziatico eracliteo: “Morte è quanto vediamo stando svegli; sogno quanto vediamo dormendo”.