In quella scatola un paio di totem
(non credete a chi dice che erano più di due) erano
intoccabili e avevano due punti di riferimento (due
precondizioni), l’uno legato all’altro: “senza
limiti di mandato” e “mandati senza limiti”. I
mandati erano senza limiti, né spaziali né
temporali, e per questo chi deteneva il potere lo
gestiva senza impedimenti, con ampia, incontrollata,
gigantesca potenzialità di applicazione. E’ per
questo che era possibile continuare a presiedere una
banca ininterrottamente per trenta anni. E’ per
questo che era possibile a chi la presiedeva
determinare la fortuna o la sfortuna di questo o di
quel politico, di questo o di quell’imprenditore,
decidere chi dovesse e potesse continuare a
respirare e chi non dovesse e non potesse più
continuare a farlo e non aveva perciò il diritto
alla sopravvivenza. E’ per questo che era possibile
continuare ad esercitare il proprio imperio prima
nel mondo politico, poi in quello universitario e
poi anche in quello bancario, trasmettendo per
eredità tessere, clienti, consensi elettorali,
trasferibili da un partito all’altro come sono
trasferibili i conti correnti da una banca
all’altra, scegliendo ogni volta quella che assicura
una maggiore convenienza.
Potere
senza limiti di mandato e mandati senza limiti di
potere. Finora è stata questa la legge, la legge del
più forte. Non credete a chi vi dice, o vi dirà, che
questa legge cambierà. Io, almeno, non ci credo. Non
cambierà. Perché non è mai cambiata. E nemmeno
quelle parole che ho ricordato all’inizio serviranno
a cambiarla, né diecine di ispezioni bancarie o di
commissariamenti. Certo, per Teramo è un terremoto e
varie scosse di assestamento seguiranno a quelle che
stanno determinando la caduta dell’Imperatore di
Corso San Giorgio e quella del Ras di Fonte Baiano,
ma questo accadrà perché ci sarà la ricerca di un
nuovo equilibrio di potere, anzi di poteri, al
plurale. Non credo a disattenzioni, a lacrime più o
meno di coccodrillo, a grandi emozioni, o a
depressioni da perdita di potere.
Non credo che la massoneria
sbagli a fare i propri investimenti, come pure
qualcuno ha ipotizzato. E non credo che in questa
storia la massoneria non c’entri, come qualche
ingenuo continua ancora a sostenere. Non credo
nemmeno che le indagini romane e quelle riminesi
faranno piena luce sul coinvolgimento, innegabile,
delle logge massoniche in queste vicende di un
imprenditore romano- molisano al quale è stato
accordato troppo credito e di una banca sanmarinese
nella quale non
pochi imprenditori teramani che vi avevano
occultato al fisco i propri redditi
tenevano
celato nella loro borsa anche il grembiulino.
Non ci credo perché in casi come questo troppo poche
luci vengono accese e troppe ombre rimangono. Ma
sono certo che qualcosa sapremo. E almeno chi avrà
gli occhi per vedere e orecchie per udire, vedrà e
capirà, anche se non tutti avranno la bocca per
parlare. Si capirà chi avrà vinto questa lotta fra
logge teramane di cui vado parlando da qualche tempo
e nelle mani di chi passerà il potere “senza limiti
di mandato”, il “potere senza limiti”. Avremo la
conferma del detto iniziatico eracliteo: “Morte è
quanto vediamo stando svegli; sogno quanto vediamo
dormendo”. |