Il corrosivo del 7 febbraio 2012   

 

Le sette colpe di Brucchi

 

      Anche il piano neve del sindaco Brucchi, come quelli di molte altre amministrazioni locali e perfino quello della protezione civile, viene diversamente giudicato, a seconda della parte politica di chi giudica (come accade sempre in questa nostra Italia), e viene quindi osannato o criticato, osannato dai “laudatores” di professione, criticato da quanti vi hanno ravvisato mende e difetti. Se ne fa un così gran parlare che non ne voglio argomentare anche io, preferendo allargare l’angolo della mia inquadratura e considerare il complessivo operato del sindaco teramano, potendosi a buon diritto, ad una certa distanza dall’elezione, tracciare un primo bilancio politico.

     L’immagine che mi figuro nella mente è quella della preda di un grosso serpente boa, identico a quello che tentò Adamo ed Eva, che inghiotte con voracità il malcapitato, per punizione di una serie di peccati, più o meno capitali.

 

    Poiché ad un amministratore non si possono imputare peccati e per eventuali reati può provvedere solo la magistratura, non riuscendo ad individuare nessun merito (per quanto mi sforzi), mi limiterò ad addebitargli delle colpe, e precisamente sette, lo stesso numero dei vizi capitali. Che sono, come ognuno ricorderà, la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia, la gola, l’ira e l’accidia.

     Di questi vizi, solo la lussuria e la gola non sono rapportabili alle sette colpe che addebito al sindaco Brucchi, non essendo a conoscenza di eventuali suoi atti lussuriosi o di suoi presunti peccati di gola. Degli altri cinque, trovo una precisa corrispondenza in cinque delle sette colpe, sulle quali fornirò alcuni elementi giustificativi del mio giudizio. Come non accusare Brucchi di superbia, ricordando quanto sprezzantemente abbia portato avanti la sua convinzione di essere superiore a tutti e con quanta arroganza abbia considerato dall’alto in basso tutte le argomentazioni addotte da chi aveva un parere diverso dal suo, riguardo ad alcuni disegni e progetti dell’amministrazione a volte giustamente considerati come deliranti? Non si è forse reso colpevole di superbia quando ha sprezzato cinquemila firme di suoi concittadini che chiedevano un referendum sul project financing per la costruzione di un nuovo teatro, proponendosi di regalare di fatto alla speculazione un’enorme quantità di risorse pubbliche? Non è stato superbo nel pensare che le sue idee riguardo alla STU, all’interramento della stazione ferroviaria con costruzione di un nuovo albergo nell’area recuperata, nella realizzazione del nuovo edificio per sede del Comune e della Provincia in piazza S Francesco e alla ristrutturazione del mercato coperto fossero in assoluto quelle migliori e più valide?

     Non si è reso colpevole di avarizia, quando, continuando a voler fare il sindaco e il medico e per di più quasi-primario, e proponendosi anche nella terna dei candidati a dirigere il liceo musicale “Braga”, ha fornito scarse e carenti spiegazioni sui suoi reali propositi riguardo al Teatro Romano, allo svincolo della Gammarama del Lotto Zero e a quello di Viale Crispi con la Teramo-Mare o quando addirittura non ha aperto bocca, dimostrandosi avaro di parole, quando avrebbe dovuto dire con chiarezza la sua opinione sulle contestazioni che gli si facevano, come quelle riguardo al progetto di recupero dell’ex psichiatrico, noto come progetto Jessica, la ripavimentazione di Corso San Giorgio e la sistemazione di Corso De Michetti, o l’ultimazione dell’Ipogeo di Piazza Garibaldi?

     Non si è reso forse colpevole di ira, quando ha palesato una grandissima insofferenza nei confronti di molte critiche riguardanti il suo ruolo e le sue decisioni, o il suo rapporto con l’opposizione, o le contraddittorie comunicazioni e delucidazioni che forniva a proposito di provvedimenti dell’amministrazione da lui guidata sui quali mostrava però di essere scarsamente o poco lucidamente informato, come quelle  relative ai passi carrabili, ai poli scolastici, alla rotonda dello svincolo di Cartecchio con il superamento dei passaggi a livello?

Non si è forse reso colpevole di accidia, cioè da un pavido torpore, da inerzia e da eccessiva remissività nei confronti dei suoi padrini e referenti politici di rango superiore, dei quali ha continuato ad accettare e tollerare ordini e ditkat di vario genere, come quello di non prevedere una delega alla cultura, di assistere impotente ad una serie di scelte urbanistiche e di destinazioni di aree pubbliche a parchi delle rimembranze o a statue di vario stile e di diversa grandezza?

Non si è reso colpevole di invidia quando ha mostrato di essere triste per il bene altrui, percepito come male proprio, mostrandosi certamente non contento per il successo di iniziative da lui non direttamente promosse o per carriere più prestigiose della sua?

     Le altre due colpe che addebito al sindaco Brucchi non sono rapportabili a nessuno di questi cinque vizi capitali e a nessuno dei due che ho escluso (la lussuria e la gola). La prima è la presunzione, che gli fa credere di essere un efficace comunicatore e promotore di se stesso e lo induce ad un presenzialismo, anche televisivo, che gli nuoce più di quanto non gli giovi. La seconda è la poca lungimiranza, che lo induce a non vedere mai oltre la punta del proprio naso ed è forse, per un amministratore, la colpa più grave.