Il corrosivo del 3 gennaio 2012   

 

Ho conosciuto l'ingegner Manetta

 

    Ho conosciuto l’ingegnere Manetta, della cui esistenza avevo dubitato, non essendo mai riuscito ad incontrarlo personalmente nonostante i miei continui tentativi durati un biennio. Ho avuto così la prova della sua esistenza. L’ho visto, ci ho parlato, l’ho toccato e l’ho persino fotografato, per poter fornire ad altri eventuali dubbiosi la prova scientifica della sua esistenza. E’ un giovane a modo, altissimo, garbato. Ho scoperto che ha frequentato il liceo “Delfico” (dove ho insegnato per decenni) e la cosa mi ha riempito di soddisfazione. Ma ho avuto la conferma di alcuni miei sospetti. Non assunto a tempo indeterminato, lavoratore interinale per trenta ore settimanali, l’ingegnere Manetta è stato messo nella condizione di essere il solo a capirci qualcosa della terribile questione dei passi carrabili. E’ stato lui che ha redatto il regolamento e il sindaco e gli assessori non devono averlo capito bene, perché quando ne hanno parlato sulla stampa e in televisione hanno fornito spesso informazioni contraddittorie e fuorvianti. L’ingegnere Manetta, il solo che riesce a districarsi in materia di passi carrabili, con la sua presenza in ufficio due giorni alla settimana (e solo per due ore ogni volta, di mattina) è stato lasciato solo a fronteggiare la marea di utenti che necessitavano di chiarimenti e di informazioni.

 

     E’ del tutto comprensibile che davanti al suo ufficio, anche nei giorni in cui non dovrebbe essere presente (ma lui è presente lo stesso, nonostante la contrarietà del suo capufficio), si ammassi sempre una gran folla, e da tempo. Il vice sindaco Dodo Di Sabatino ha recentemente accusato i teramani di avere atteso gli ultimi giorni per adempiere a quanto prescritto dal regolamento dei passi carrabili e di non aver approfittato tempestivamente della proroga concessa, meritandosi quindi le sanzioni previste per gli inadempienti. La sua dichiarazione dimostra quanto egli sia infantilmente votato ad un atteggiamento di irriverenza verso i suoi amministrati, perché non tiene conto che anche lui ha contribuito a tenere l’ingegnere Manetta in prima linea, solo, a far fronte alla folla di teramani che vanno in cerca di chi possa fornire chiarimenti.

     Evidentemente, la giunta Brucchi-Di Sabatino non ha le risorse finanziarie necessarie per affiancare qualche altro impiegato all’ingegnere Manetta. Ma le ha avute per buttare dalla finestra più di 107.000 euro per finanziare il capodanno e gli eventi ad esso collegati. E’ opinione diffusa che la cultura abbia assunto nella società attuale un ruolo sempre più strategico per lo sviluppo territoriale, essendo in grado di favorire la crescita delle comunità a livello locale. Le politiche culturali di un’amministrazione locale devono però essere sostenute da un adeguato progetto culturale, di ampio respiro, che, anche senza voler parlare di un vero e proprio “project management”, si articoli in una serie di interventi continui e non episodici, vale a dire non estemporanei, miranti ad attuare un concerto di soluzioni strategiche. La progettazione, basata su una comprensione approfondita delle dinamiche esistenti tra diversi attori che operano nel settore culturale deve avvalersi di percorsi formativi che rifiutino il concetto di “evento culturale”, soprattutto se isolato dal contesto.  

     La giunta Brucchi-Di Sabatino non solo dimostra ogni giorno di più di essere del tutto incapace di avviare una politica culturale, ma di essere del tutto estranea al concetto stesso di cultura, rivelando di essere in grado, affidandosi per questo all’assessore Campana, solo di organizzare “eventi” che non sono nemmeno “culturali”.  C’è un’espressione in quella che io chiamo “la lista della vergogna”, vale a dire l’elenco di eventi che il comune di Teramo ha organizzato e lautamente pagato (pur in un periodo di crisi, di restrizioni e di aumento dei balzelli anche comunali) per salutare la fine dell’anno vecchio e l’arrivo dell’anno nuovo. L’espressione è: “intrattenimento di vario genere”. Poiché quasi tutti, se non tutti, questi intrattenimenti di vario genere sono stati pagati con iscrizioni delle relative voci in bilancio nel capitolo per le spese culturali, abbiamo avuto la prova di che cosa il sindaco Brucchi e il suo assessore alle feste e ai festini Campana intendono per cultura. Questi intrattenimenti di vario genere li abbiamo pagati noi, che avremmo preferito spendere quelle diecine di migliaia di euro, se non proprio per la realizzazione di una vera politica culturale, per qualche cosa di più utile, per esempio per affiancare qualcuno all’ingegnere Manetta nel compito di spiegarci come far fronte alle onerose novità imposte dal comune in tema di passi carrabili.