Ma
quello che leggevo sui giornali e quello che sentivo
da dichiarazioni in televisione di amministratori,
in alcuni casi assai autorevoli trattandosi dello
stesso sindaco in persona, mi risultava così confuso
e contraddittorio da convincermi della necessità di
tornare negli uffici comunali, per avere lumi. Ma
qui mi veniva detto che avrei dovuto parlare con
l’ing. Manetta, che, a quanto pare, era l’unico tra
tutti i dipendenti del comune di Teramo che avrebbe
potuto e saputo sciogliere ogni mio dubbio. Ma
nessuno mi ha saputo dire come riuscire a trovare,
nel suo ufficio o in qualsiasi altra parte del globo
terrestre, l’ing. Manetta. Mi sono recato più volte
negli uffici comunali, salendo fino all’ultimo piano
a piedi (non prendo gli ascensori perché vi sono
rimasto chiuso dentro troppe volte) e finendo in
qualche occasione perfino nella soffitta, perché
manca perfino un’adeguata segnalazione su dove si
trovi l’ufficio dell’ingegnere. Ma non sono mai
riuscito ad incontrarlo: qualche volta mi è stato
detto che era uscito proprio pochi minuti prima che
io arrivassi, qualche altra volta che stava per
rientrare, ma l’ho atteso inutilmente per qualche
ora. Alla fine mi sono convinto che l’ing. Manetta
non esiste, o che sia puro spirito, forse un
ectoplasma, che per poterci parlare occorre un
tavolino a tre zampe, come quello che si usa per
conferire con un ectoplasma. Ho perfino ipotizzato
che l’ing. Manetta fosse un concetto astratto,
un’astrazione appunto, non una cosa concreta, una
persona in carne ed ossa, altrimenti sarei riuscito
ad incontrarlo e, soprattutto, non lo avrebbero
messo nella condizione di essere l’unico in grado,
fra i tanti dipendenti comunali del comune di
Teramo, di fornire lumi su quell’inestricabile
questione costituita dalla regolamentazione dei
passi carrabili.
Poi, l’altro giorno, la rivelazione, la mia
epifania, la scoperta che l’ing. Manetta esiste
davvero. Ma ne ho avuto una prova indiretta, solo
indiretta, quando, tornato una volta in comune (e
dopo essere riuscito dalla soffitta dove ero finito
un’altra volta) e chiesto se finalmente potessi
conferire con il dott. Manetta, mi è stato detto che
potevo farlo, perché era nel suo ufficio. Dunque, il
grande giorno era arrivato? Avrei finalmente
conosciuto l’ing. Manetta e avuto la prova che non
si trattava soltanto di un personaggio di fantasia,
come Don Chisciotte o il barone di
Münchhausen?
Che non era arrivato l’ho capito quando, avendo
chiesto come potessi trovare il suo ufficio, mi è
stato risposto che lo avrei trovato facilmente: era
quello davanti al quale era ammassata più gente in
attesa di parlare con lui. Mi sono unito a quanti
aspettavano, alcuni da ore, davanti alla porta.
Qualcuno tra coloro che attendevano mi ha riferito
di aver parlato personalmente con l’ing. Manetta,
qualcuno mi ha precisato di averlo perfino toccato,
assicurandomi dunque che esisteva davvero, che non
era solo un’ipotesi. Ho cercato di intravederlo
quando a intervalli lunghissimi la porta
dell’ufficio si apriva, usciva qualcuno ed entrava
qualcun altro, ma non ci sono riuscito. Ho cercato
di sentire la sua voce attraverso la porta a vetri.
Niente da fare, era troppo spessa e non si sentiva.
Dopo aver atteso per delle ore sono andato via,
rinunciando, con maggiore delusione di quanti
attendono a volte inutilmente il miracolo di San
Gennaro.
Negli uffici
comunali ci sono tornato più volte. Ho trovato
sempre una gran folla di persone in attesa davanti
all’ufficio dell’ing. Manetta e non sono riuscito
mai ad incontrarlo, a vederlo, a parlarci. Ho
rinunciato definitivamente, pagherò il mio passo
carrabile come l’ho pagato l’anno scorso e senza
tener conto dei chiarimenti, anch’essi poco chiari,
delle varie associazioni dei consumatori. Ma resterò
con il mio interrogativo: esiste davvero l’ing.
Manetta, o la sua esistenza è in dubbio, come quella
di un ectoplasma? |