Ma,
ripeto, li conosciamo e conosciamo le loro attività.
Sono pronti a cogliere il minimo segnale di
debolezza finanziaria e di liquidità di un’impresa
per affrettarsi ad offrire quei prestiti che non
offrono più le banche e a tassi usurai superiori a
quelli, pure usurai, offerti in precedenza dalle
banche. Sono pronti a impadronirsi di quel che resta
di un’impresa alla prima rata di prestito non
rimborsata. Sono pronti a suggerire all’orecchio di
chi non riesce più a pagare il mutuo della casa
acquistata di recente il modo più facile per
risolvere la questione, salvo poi a saltare al collo
dei malcapitati alla prima difficoltà. I vampiri
teramani sono ancora più assetati di sangue di
quelli di altre città, perché allenati da tempo a
praticare il mestiere, direi quasi l’arte, del
parassitismo economico, con i loro consistenti
depositi bancari, con la forza dei loro ricatti e
delle loro pressioni, con le loro incrociate e
aggrovigliate transazioni finanziarie, con i loro
ghirigori numerici mascherati da scambi di pezzi da
collezione nel mercato dell’arte. Ultimamente si
stanno moltiplicando i passaggi di proprietà, gli
acquisti immobiliari a prezzi stracciati in grado di
garantire eccellenti guadagni, e, assai spesso
all’ombra delle logge massoniche, conversioni di
titoli di stato, di bond e di azioni rastrellate
nelle borse di tutto il mondo in solidi possessi di
metallo pregiato, conservato in consistenti
casseforti o caveaux o in altrettanto solidi
possessi di valuta pregiata trasferita all’estero.
I collegamenti finanziari tra questi vampiri
teramani, che si comportano come straccioni perché
tali vogliono apparire per dissimulare le loro
ricchezze e le loro attività, e alcune banche di
Montecarlo o di San Marino sono fin troppo noti, ma
finora sono sfuggiti ad ogni capacità di controllo o
di semplicemente provata intercettazione da parte
delle agenzie delle entrate o da parte delle
indagini della magistratura, di cui tanto si
favoleggia in alcuni ambienti che contano nella
nostra città, pur non sapendosene molto e pur non
avendone letto mai un rigo sulla stampa. I segnali
del passaggio e delle attività di questi vampiri
teramani non sono molto vistosi, né facili da
ricostruire, perché come quelli di tutti i vampiri
finanziari del mondo; sono assai bene dissimulati o
nella protezione del segreto bancario o
nell’incastro di scatole cinesi di società e di
partecipazioni, con consigli di amministrazione
intrecciati tra di loro e con bilanci che
rappresentano il massimo della capacità nell’arte di
autentici maestri della prestidigitazione contabile.
Di questi vampiri e della loro identità se ne saprà
qualcosa di più solo tra qualche diecina di anni,
prendendo atto della consistenza palese di alcuni
patrimoni cresciuti di molto in poco tempo e non
nell’arco di un paio di generazioni, come
fisiologicamente accade nella nostra società. In
fondo, solo qualche decennio dopo l’ultima guerra
abbiamo capito chi a Teramo con la guerra e con il
dopoguerra si era arricchito, accrescendo di molto
il proprio patrimonio, e passando nel breve volgere
di un decennio da acclarate povertà a incredibili
consistenze e a veri e propri imperi economici.
Quello che fa rabbia è che la ricchezza accumulata
da questi vampiri si limita a produrre ricchezza
solo per chi la possiede, a danno dei tanti del cui
impoverimento essi si approfittano, e non viene mai
investita economicamente e socialmente, restando
perciò scandalosamente improduttiva. |