Il corrosivo del 14 dicembre 2011   

 

Vampiri teramani

 

    

     La leggenda vuole che escano di notte e si pongano subito alla ricerca di sangue da succhiare direttamente dal collo delle loro vittime. Sto parlando di vampiri. Ma non di quelli che abbiamo visto al cinema, in tante pellicole ad effetto; sto parlando dei vampiri finanziari, di quelli che si dedicano alle loro frenetiche e specifiche attività soprattutto in tempo di crisi economica, quando le intensificano e le rendono ancora più micidialmente efficienti. Si avverte la loro infida presenza durante e dopo le guerre, con le quali si arricchiscono mentre tutti gli altri si impoveriscono.

     Questa che stiamo combattendo (anzi, che abbiamo combattuto) è una guerra che abbiamo perduto, perché che l’Italia sia già fallita è una realtà, anche se ancora nessuno ce lo ha detto con chiarezza. Siamo perciò a tutti gli effetti in pieno dopoguerra e, come in ogni dopoguerra, in mezzo alle rovine, che sono economiche perché la guerra è stata economica, la crisi fa emergere nell’ombra il fantasma di questi vampiri che si attaccano al collo dei più poveri per suggerne il sangue, facendoli diventare sempre più poveri. Ora dobbiamo considerare, e fa male farlo, che i vampiri sono in mezzo a noi, ci camminano a fianco, quindi ci sono anche i vampiri teramani, e molti li conosciamo. Sappiamo i loro nomi e i loro cognomi. Nessuno li addita con precisione, perché non ce n’è bisogno.

 

   Ma, ripeto, li conosciamo e conosciamo le loro attività. Sono pronti a cogliere il minimo segnale di debolezza finanziaria e di liquidità di un’impresa per affrettarsi ad offrire quei prestiti che non offrono più le banche e a tassi usurai superiori a quelli, pure usurai, offerti in precedenza dalle banche. Sono pronti a impadronirsi di quel che resta di un’impresa alla prima rata di prestito non rimborsata. Sono pronti a suggerire all’orecchio di chi non riesce più a pagare il mutuo della casa acquistata di recente il modo più facile per risolvere la questione, salvo poi a saltare al collo dei malcapitati alla prima difficoltà. I vampiri teramani sono ancora più assetati di sangue di quelli di altre città, perché allenati da tempo a praticare il mestiere, direi quasi l’arte, del parassitismo economico, con i loro consistenti depositi bancari, con la forza dei loro ricatti e delle loro pressioni, con le loro incrociate e aggrovigliate transazioni finanziarie, con i loro ghirigori numerici mascherati da scambi di pezzi da collezione nel mercato dell’arte. Ultimamente si stanno moltiplicando i passaggi di proprietà, gli acquisti immobiliari a prezzi stracciati in grado di garantire eccellenti guadagni, e, assai spesso all’ombra delle logge massoniche, conversioni di titoli di stato, di bond e di azioni rastrellate nelle borse di tutto il mondo in solidi possessi di metallo pregiato, conservato in consistenti casseforti o caveaux o in altrettanto solidi possessi di valuta pregiata trasferita all’estero.

     I collegamenti finanziari tra questi vampiri teramani, che si comportano come straccioni perché tali vogliono apparire per dissimulare le loro ricchezze e le loro attività, e alcune banche di Montecarlo o di San Marino sono fin troppo noti, ma finora sono sfuggiti ad ogni capacità di controllo o di semplicemente provata intercettazione da parte delle agenzie delle entrate o da parte delle indagini della magistratura, di cui tanto si favoleggia in alcuni ambienti che contano nella nostra città, pur non sapendosene molto e pur non avendone letto mai un rigo sulla stampa. I segnali del passaggio e delle attività di questi vampiri teramani non sono molto vistosi, né facili da ricostruire, perché come quelli di tutti i vampiri finanziari del mondo; sono assai bene dissimulati o nella protezione del segreto bancario o nell’incastro di scatole cinesi di società e di partecipazioni, con consigli di amministrazione intrecciati tra di loro e con bilanci che rappresentano il massimo della capacità nell’arte di autentici maestri della prestidigitazione contabile.

     Di questi vampiri e della loro identità se ne saprà qualcosa di più solo tra qualche diecina di anni, prendendo atto della consistenza palese di alcuni patrimoni cresciuti di molto in poco tempo e non nell’arco di un paio di generazioni, come fisiologicamente accade nella nostra società. In fondo, solo qualche decennio dopo l’ultima guerra abbiamo capito chi a Teramo con la guerra e con il dopoguerra si era arricchito, accrescendo di molto il proprio patrimonio, e passando nel breve volgere di un decennio da acclarate povertà a incredibili consistenze e a veri e propri imperi economici. Quello che fa rabbia è che la ricchezza accumulata da questi vampiri si limita a produrre ricchezza solo per chi la possiede, a danno dei tanti del cui impoverimento essi si approfittano, e non viene mai investita economicamente e socialmente, restando perciò scandalosamente improduttiva.