Il corrosivo del 15 novembre 2011   

 

Regione virtuosa o vizio antico?

 

    

     Torno sul tema della sanità abruzzese per qualche ulteriore riflessione, dopo i recenti sviluppi della questione, caratterizzati ancora da annunci trionfalistici, ma anche da decisioni odiose. Recentemente, in questa rubrica ho avuto modo di esprimere le mie perplessità sull’annuncio da parte del governatore Chiodi (che però governa sempre meno, perché in Italia, come in Abruzzo, mi pare che ciò che accade sia senza governo, sfuggendo ad ogni capacità di controllo e di gestione da parte dei politici) che per la prima volta nella storia della Regione era stato registrato un equilibrio nella gestione economica del sistema sanitario regionale.

     Insomma ci veniva trionfalisticamente detto che era stato raggiunto l’obiettivo del pareggio di bilancio senza operare tagli alla spesa sanitaria. Commentando questo annuncio, certificato dalla presenza in regione del ministro della salute, ho scritto che non era vero che il pareggio del bilancio non era costato niente e che invece il costo lo avevamo pagato e lo stavamo ancora pagando noi contribuenti abruzzesi. Quanto avessi ragione, lo ha dimostrato il recentissimo aumento, varato dal consiglio regionale, del bollo di circolazione degli autoveicoli, di una certa consistenza, essendo del 10%.

 

     Dunque non era vero che avevamo raggiunto il pareggio di bilancio della spesa sanitaria, se c’è stato bisogno di un’altra stretta di cinghia. E non era vero che il pareggio del bilancio non era costato niente. E’ vero il contrario: non solo lo abbiamo pagato, e lo stiamo pagando, ma continueremo a pagarlo, dovendo nel frattempo continuare a pagare altri importi, per il comune, per la provincia, per lo stato, per imposte che si aggiungono alle imposte e per balzelli che si aggiungono ai balzelli. Poi ci sono i costi nascosti, quelli che dobbiamo fronteggiare ogni giorno in termini di peggioramento del servizio sanitario, determinato dal ricorso indiscriminato a tagli selvaggi – senza un reale criterio di individuazione degli sprechi – che colpisce indifferentemente servizi e prestazioni essenziali. Così nei pronto soccorso ci si deve affidare solo all’abnegazione degli stressati – anche se volenterosi – operatori, costretti a fronteggiare difficoltà di ogni genere; le liste di attesa si allungano a dismisura (un’ecografia tiroidea l’altro giorno è stata fissata al Cup di Teramo per il mese di ottobre 2012, quindi posticipata di quasi un anno); il direttore generale Varrassi della ASL di Teramo e alcuni suoi collaboratori sono costretti a giustificarsi per qualche osservazione sindacale con dichiarazioni e documenti caratterizzati dalla più irritante contraddittorietà. Basta pensare a che cosa hanno dichiarato e messo nero su bianco rispondendo alla CGIL e alla Commissione pari opportunità della Provincia sul tema delle attuali difficoltà operative dei consultori. Pur riconoscendo che queste difficoltà costituiscono vere e proprie emergenze, una nota scritta del direttore del Coordinamento Assistenza Sanitaria Territoriale, dott. Valerio Profeta – lo stesso che ha avviato un procedimento disciplinare contro il dott. Roberto Petrella, ginecologo del consultorio di Teramo solo per aver denunciato pubblicamente quelle stesse emergenze – assai contraddittoriamente sostiene cose insostenibili e contiene tante inesattezze.
     Delle tante mi limito a segnalare una contraddizione basata a sua volta su un’inesattezza. Si sostiene che i pensionamenti non hanno risparmiato nemmeno i consultori e che le limitazioni in materia di assunzione di personale non consentono di ricoprire i posti vacanti in tempi brevi, ma qualche riga sotto si afferma che l’azienda ha già bandito procedure concorsuali oltre a quelle di mobilità. Dunque, i concorsi sono bloccati o no? E di quali pensionamenti si parla, se l’unico medico dei consultori andato in pensione era il coordinatore (mai sostituito, pur potendosi affidare l’incarico ad uno dei medici restati in servizio), che si recava nel suo ufficio, a Teramo, solo tre giorni la settimana? Tralascio le tante altre contraddizioni e le tante altre inesattezze, così numerose nel documento che ho citato da lasciar sospettare che nella Asl di Teramo e nell’intera sanità abruzzese sia persistente uno stato confusionale dal quale non si riesce a venir fuori. Altro che pareggio del bilancio e risanamento! Altro che sanità di eccellenza! L’unica cosa certa è che la politica ha prodotto il dissesto del bilancio della sanità e la politica sta cercando di porvi rimedio producendo il dissesto dei bilanci familiari degli abruzzesi. Diffondendo poi documenti pieni di evidenti contraddizioni e di cattive informazioni; aumentando i balzelli; attribuendosi meriti che non si hanno e sospendendo dal servizio operatori colpevoli soltanto di aver segnalato, anche tramite stampa, disfunzioni e malfunzionamenti, ma proponendo soluzioni e innovazioni. Altro che Abruzzo “regione virtuosa”, governatore Chiodi! Qui ci troviamo di fronte ad un “vizio antico”: si nasconde la verità e si criminalizzano la libertà di opinione e quanti osano dire che il “Re è nudo”.