In
Abruzzo la situazione non è diversa da quella delle
altre regioni, anzi è peggiore e sta peggiorando
sempre di più, con accresciuti esborsi di denaro da
parte dei cittadini, con tagli alla spesa sanitaria
e con un progressivo decadimento della qualità delle
prestazioni. Mi sorprende molto, perciò, che
trionfalisticamente venga annunciato sulla stampa,
perfino dal governatore della Regione Chiodi
supportato dal ministro della salute Ferruccio
Fazio, che per la prima volta nella storia della
Regione è stato registrato un equilibrio nella
gestione economica del sistema sanitario regionale,
che si tratta di un risultato epocale che ci porterà
quanto prima ad essere un punto di eccellenza nella
sanità pubblica italiana. I meriti vengono
attribuiti, e verranno magnificati venerdì prossimo
a Chieti, al governatore Chiodi, che avrebbe ridotto
sprechi ed eccessi, che avrebbe messo sotto
controllo la sanità privata, che ci avrebbe fatto
uscire dal novero delle regioni “canaglia” ed
entrare in quello delle regioni “virtuose”, in un
circuito definito Abruzzo 2.0 che migliorerà la
qualità dei servizi a costi sostenibili per i
cittadini. E’ stato anticipato che verrà spiegato
come è stato possibile raggiungere l’obiettivo del
pareggio di bilancio senza operare tagli alla spesa
sanitaria e far diventare l’Abruzzo una “regione
modello”, senza aumentare le tasse. “Gran bontà dei
cavalieri antichi!” celiava il poeta. “Gran bontà
della propaganda e della politica degli annunci!”
celierò io. Perché quei 170 euro - e sarebbero stati
di più in un laboratorio pubblico- spesi solo per
delle analisi del sangue (per la verità in nutrita
schiera), stanno lì a sbugiardare tutte queste belle
cose che vengono dette e che saranno ripetute
venerdì prossimo a Pescara. Non è vero che il
pareggio del bilancio non è costato niente. Il costo
lo abbiamo pagato e lo stiamo ancora pagando noi
contribuenti a reddito fisso, noi che fronteggiamo
ogni giorno la difficoltà del vivere quotidiano e
del pagamento di tasse che devono essere invisibili,
perché continuano a dire che non ci sono anche
quando le paghiamo.
Dev’essere vero che i politici, i ministri e i
governatori vivono in un altro pianeta, dove i
sacrifici che facciamo noi non si vedono, i meriti
degli amministratori vengono ingigantiti e le cose
non vengono chiamate con il loro vero nome. Poi
gratta gratta, intercetta intercetta, ascolta
ascolta, viene fuori la realtà:, quella in cui un
deputato del PDL, Ciccio Colucci, calabrese doc,
propone a Lavitola di farsi nominare commissario per
il terremoto in Abruzzo al posto di Chiodi, che
definisce “un rammollito”, uno che “per fare una
nomina ci mette degli anni”. Poi leggi ancora e
scopri che Chiodi non risulta tra i primi dieci
posti nella classifica dei migliori presidenti di
regione di questa nostra Italia, dove basta gridare
una cosa per ottenere che venga creduta vera. Meno
male che noi abruzzesi siamo diventati “virtuosi”.
Immaginate come eravamo quando eravamo “viziosi”!
Per immaginarlo meglio, risentite la deposizione in
tribunale della moglie del ras della sanità privata
abruzzese, Angelini, quando dice che il marito era
sull’orlo del collasso nervoso per le ripetute
richieste di denaro che gli facevano i politici, di
destra e di sinistra. Per fare le analisi del
sangue, ci hanno cavato il sangue due volte: la
prima realisticamente, mettendolo in una provetta;
la seconda metaforicamente, con quei 170 euro di
ticket. Ammesso che siamo veramente diventati
“virtuosi”, non lo siamo diventati per merito
nostro, delle nostre lacrime e sangue, invece che
per merito di Chiodi e Varrassi? |