Il corrosivo del 25 ottobre 2011   

 

Il costo della virtuosità

 

    

     I medici raccomandano di effettuare, dopo una certa età, una serie di esami per prevenire o controllare gli acciacchi o le insidie correlate con l’avanzare del tempo; tra i più importanti vengono indicate analisi del sangue e delle urine, che sono basilari per monitorare la situazione in cui versa il nostro organismo. L’altro giorno io e mia moglie ci siamo recati presso un laboratorio privato – perché ci hanno detto che in un laboratorio pubblico avremmo speso ancora di più – e abbiamo dovuto pagare cumulativamente 170 euro (lo scrivo in lettere: centosettanta euro) di ticket. Corrispondono all’incirca a 340.000 (trecentoquarantamila delle vecchie lire) e così indicata la cifra appare assai più sproporzionata.

     Trecentoquarantamila lire solo per pagare i ticket di analisi del sangue, senza contare poi tutte le altre somme che spendiamo per quelli sui prodotti farmaceutici, su ogni singola ricetta, su ogni altro tipo di esame diagnostico. Senza contare che, se vogliamo evitare lunghe liste di attesa per visite mediche specialistiche, dobbiamo ricorrere alla sanità privata e sborsare mediamente cifre superiori al centinaio di euro. Si tratta di spese che stanno diventando insostenibili per chi ha un reddito fisso, basso e non difeso dalla svalutazione, che c’è anche se non si vede, e che erodono in maniera determinante la possibilità di sopravvivenza.     

 

     In Abruzzo la situazione non è diversa da quella delle altre regioni, anzi è peggiore e sta peggiorando sempre di più, con accresciuti esborsi di denaro da parte dei cittadini, con tagli alla spesa sanitaria e con un progressivo decadimento della qualità delle prestazioni. Mi sorprende molto, perciò, che trionfalisticamente venga annunciato sulla stampa, perfino dal governatore della Regione Chiodi supportato dal ministro della salute Ferruccio Fazio, che per la prima volta nella storia della Regione è stato registrato un equilibrio nella gestione economica del sistema sanitario regionale, che si tratta di un risultato epocale che ci porterà quanto prima ad essere un punto di eccellenza nella sanità pubblica italiana. I meriti vengono attribuiti, e verranno magnificati venerdì prossimo a Chieti, al governatore Chiodi, che avrebbe ridotto sprechi ed eccessi, che avrebbe messo sotto controllo la sanità privata, che ci avrebbe fatto uscire dal novero delle regioni “canaglia” ed entrare in quello delle regioni “virtuose”, in un circuito definito Abruzzo 2.0 che migliorerà la qualità dei servizi a costi sostenibili per i cittadini. E’ stato anticipato che verrà spiegato come è stato possibile raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio senza operare tagli alla spesa sanitaria e far diventare l’Abruzzo una “regione modello”, senza aumentare le tasse. “Gran bontà dei cavalieri antichi!” celiava il poeta. “Gran bontà della propaganda e della politica degli annunci!” celierò io. Perché quei 170 euro - e sarebbero stati di più in un laboratorio pubblico- spesi solo per delle analisi del sangue (per la verità in nutrita schiera), stanno lì a sbugiardare tutte queste belle cose che vengono dette e che saranno ripetute venerdì prossimo a Pescara. Non è vero che il pareggio del bilancio non è costato niente. Il costo lo abbiamo pagato e lo stiamo ancora pagando noi contribuenti a reddito fisso, noi che fronteggiamo ogni giorno la difficoltà del vivere quotidiano e del pagamento di tasse che devono essere invisibili, perché continuano a dire che non ci sono anche quando le paghiamo.

     Dev’essere vero che i politici, i ministri e i governatori vivono in un altro pianeta, dove i sacrifici che facciamo noi non si vedono, i meriti degli amministratori vengono ingigantiti e le cose non vengono chiamate con il loro vero nome. Poi gratta gratta, intercetta intercetta, ascolta ascolta, viene fuori la realtà:, quella in cui un deputato del PDL, Ciccio Colucci, calabrese doc, propone a Lavitola di farsi nominare commissario per il terremoto in Abruzzo al posto di Chiodi, che definisce “un rammollito”, uno che “per fare una nomina ci mette degli anni”. Poi leggi ancora e scopri che Chiodi non risulta tra i primi dieci posti nella classifica  dei migliori presidenti di regione di questa nostra Italia, dove basta gridare una cosa per ottenere che venga creduta vera. Meno male che noi abruzzesi siamo diventati “virtuosi”. Immaginate come eravamo quando eravamo “viziosi”! Per immaginarlo meglio, risentite la deposizione in tribunale della moglie del ras della sanità privata abruzzese, Angelini, quando dice che il marito era sull’orlo del collasso nervoso per le ripetute richieste di denaro che gli facevano i politici, di destra e di sinistra. Per fare le analisi del sangue, ci hanno cavato il sangue due volte: la prima realisticamente, mettendolo in una provetta; la seconda metaforicamente, con quei 170 euro di ticket. Ammesso che siamo veramente diventati “virtuosi”, non lo siamo diventati per merito nostro, delle nostre lacrime e sangue, invece che per merito di Chiodi e Varrassi?