Il corrosivo del 27 settembre 2011      

    

        Negli anni della contestazione giovanile, quelli del radioso “maggio francese” del 1968, uno degli slogans più fortunati (tratto da un concetto del filosofo tedesco Schiller) era “l’immaginazione al potere”. I nostri anni passeranno invece alla storia con lo slogan: “la stupidità al potere”. Si susseguono, sembra senza soluzione di continuità, iniziative, prese di posizione, affermazioni, comunicati stampa in cui uomini politici, ministri, amministratori pubblici, nazionali e locali, mostrano tutta la loro incompetenza, la loro inadeguatezza al ruolo che ricoprono solo per meriti politici, e una forma di “stupidità”, nel significato autentico ed originario del termine, che deriva dal verbo latino stùpeo, ossia “son stordito, resto attonito”.

     Lo “stupido” è chi non sa dominare la realtà che lo circonda, le situazioni che la caratterizzano, i fenomeni che si susseguono, di fronte ai quali resta stupefatto, attonito, spiazzato. Lo storico Carlo Maria Cipolla ne ha dato una definizione che mi è sempre piaciuta: lo stupido è “una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita”. Mi pongo due semplici domande: una sul piano nazionale e una sul piano locale. Che vantaggi ha realizzato per sé e per la sua propria parte il ministro Gelmini (definita anche “Beata Ignoranza”) con il suo trionfalistico comunicato stampa sul tunnel da Ginevra al Gran Sasso lungo il quale, secondo lei, correrebbero i neutrini alla velocità superiore a quella della luce?

 

     Non ha arrecato, piuttosto, danno, grave danno, a tutti noi italiani con quello sciagurato riferimento, rivelando “urbi et orbi” che il nostro ministro della pubblica istruzione appare essere il ministro della pubblica ignoranza?

     Che vantaggi stanno realizzando per sé e per l’azienda che amministrano, coloro che hanno chiesto al dott. Petrella, un ginecologo, quante ecografie ha effettuato, considerata la circostanza che il dott. Petrella da più di un anno non dispone più nel suo consultorio di un ecografo e da più di un anno se ne lamenta non solo con gli amministratori della Asl, ma anche pubblicamente? E’ naturale che si sia celiato su questa impertinente domanda, che corrisponde al chiedere ad un chirurgo quanti interventi abbia effettuato non disponendo di un bisturi o ad un autista quanti chilometri abbia percorso dopo averlo dotato di una automobile senza ruote. Occorrerebbe la penna di un Cervantes o di uno dei più grandi scrittori umoristi per mettere alla berlina questi amministratori. Essi sono da considerare colpevoli quale che sia il grado di conoscenza che avessero della mancanza di un ecografo nel consultorio di Casalena o della situazione dei consultori in generale, visto che ecografi e ginecologi sono destinati a non incontrarsi: in quelli di Giulianova, Roseto e Montorio ci sono ecografi, ma non ci sono ginecologi e in quello di Teramo c’è il ginecologo, ma non c’è l’ecografo. Se dovessero dire che sapevano della mancanza di un ecografo nel consultorio di Casalena, dovrebbero spiegare le ragioni di una tale ignoranza (intesa come assenza di conoscenza), considerato che il dott. Petrella ha segnalato la cosa più volte, sia con comunicazioni aziendali sia denunciandola sulla stampa. Se dovessero dire che ne erano al corrente, dovrebbero spiegare perché non hanno mai provveduto a comperarne uno e come mai hanno rivolto al medico una domanda così “stupida”, chiedendogli quante ecografie avesse fatte, pur sapendo che non disponeva di un ecografo.

     Ciò che fa rimanere noi più attoniti e stupefatti, e quindi ci “istupidisce”, è sapere che il dott. Petrella sia stato sottoposto a provvedimento disciplinare e chiamato a giustificarsi per più di un’ora su accuse puerili e ingiustificate, quali aver messo in cattiva luce (anche sulla stampa) il buon nome dell’Azienda Sanitaria. Questo è proprio quanto sta facendo l’attuale direzione, con domande come quelle che ha posto, con una serie di comportamenti tesi, con tutta evidenza, a rendere nulla l’attività dei consultori (che è invece preziosa e insostituibile), e a sottoporre ad angherie un professionista addebitandogli a colpa un suo merito: contribuire in ogni modo al miglioramento del servizio che eroga, chiedendo a gran voce un ecografo (per non fare diagnosi con la palla di vetro o con il pappagallo degli indovini delle fiere) o protestando perché si vuole trasferire un consultorio davanti ad un Sert (e non mi si venga a dire che questo non era nelle intenzioni, perché lo era e si è fatto marcia indietro solo dopo e a causa delle proteste del dott. Petrella).

     Mi risulta che giovedì prossimo il dott. Petrella spiegherà in televisione il suo difficile rapporto con la direzione dell’azienda sanitaria e fornirà spiegazioni sulla sua, per lui amara, vicenda. Poiché quello che gli viene imputato è di parlare con la stampa e con i giornalisti, vedrete che dopo la trasmissione il fascicolo del dottore si arricchirà di nuovi capi di imputazione, perché l’attuale direttore generale e l’attuale direttore sanitario considerano il rapporto con la stampa una loro speciale prerogativa, per magnificare il loro operato e per continuare a vantarsi di meriti che non hanno ancora conseguito. Poi, quando avranno sospeso il dott. Petrella, ricorsi a parte, che non mancheranno, una risata li seppellirà.