Il corrosivo del 20 settembre 2011      

    

     Mi compiaccio con il sindaco di Teramo, dott. Maurizio Brucchi, per il più che discreto risultato degli esami che egli ha superato positivamente: un’indagine demoscopica che lo ha visto promosso con il 74% di consensi, una specie di 7,5 in un esame, appunto, che corrisponde al “più che discreto” che ho citato all’inizio.  Il mio compiacimento è sincero, anche se non l’ho votato e anche se io, come cittadino teramano e come potenziale elettore (ma non passo dalla potenza all’atto solo per mia scelta) non avrei espresso e non esprimo un analogo giudizio positivo e, per la verità, nemmeno un giudizio di sufficienza. Ma io non ho partecipato al sondaggio, non essendo stato interpellato e non avendo perciò fatto parte del campione degli intervistati, e quindi il mio parere e il mio giudizio contano meno di zero. Però i sondaggi sono così, valgono quel che valgono e, pur essendo rappresentativi, non cancellano completamente il parere di chi non ne condivide i risultati.

     A questo punto (dopo aver affermato che non contesto minimamente l’esito del sondaggio, di cui pure non conosco gli aspetti metodologici e né la reale valenza epistemologica) dovrei spiegare perché io, al contrario di quanto a buona maggioranza ha decretato il campione, io non avrei promosso, ma bocciato, come sindaco, Maurizio Brucchi. Lo spazio determinato di questa rubrica non mi consente di esprimere giudizi motivati, settore per settore, ambito per ambito, voce per voce, di una analisi che, per sua natura, trattandosi dell’attività di un sindaco, è piuttosto complessa. Alcune considerazioni specifiche le ho fatte nel passato, in questa stessa rubrica. Altre ne farò prossimamente, occupandomi di qualche aspetto particolare della vita comunitaria della nostra città capoluogo. Risulteranno così le ragioni di un dissenso così netto con quanto ha decretato l’inappellabile (me nemmeno tanto) risultato dell’indagine demoscopica, del quale torno a ribadire che mi compiaccio con l’interessato.

 

     Mi limiterò, sulla base delle premessa che ho appena enunciato, a dire che trovo nell’attività da sindaco di Maurizio Brucchi un’azione amministrativa di corto respiro, una mancanza di lungimiranza, al di là dei compiaciuti annunci di piani strategici coniugati al futuro, una vocazione all’uso intensivo dei mezzi di comunicazione, che gli consentono un presenzialismo, anche fotografico, senza precedenti. Non ho fatto un controllo giorno per giorno, ma mi pare di poter dire che di giorni non ne sia passato uno senza che almeno su un giornale che proponga le cronache teramane non sia comparsa almeno una fotografia del sindaco Brucchi. Non poche volte sono comparse foto di Brucchi su tutti i giornali e non poche volte anche più foto sullo stesso giornale. Una tecnica alla “Figaro qua, Figaro là… sono un sindaco di qualità” ha avuto una precisa regia, che ci ha dato una rappresentazione, presenzialista, del sindaco Brucchi nelle sue varie e variegate raffigurazioni: Brucchi medico, Brucchi operaio, Brucchi architetto, Brucchi ragioniere, Brucchi pompiere, Brucchi geometra, Brucchi capo cantiere. Se però considero, al di là di questa tecnica rappresentativa, le reali evidenze della sua attività come sindaco, magari anche comparativamente rispetto ai sindaci precedenti, mi trovo nelle condizioni di un pescatore che per ore e ore lancia la sua canna in acqua, aspetta e non riesce, non dico a tirar su un pesce, ma nemmeno una volta a sentire quella caratteristica vibrazione che avverte che l’esca sia stata almeno sfiorata.

     I risultati vantati o sono l’esito finale di processi avviati negli anni precedenti (Lotto Zero e rotonde annesse e connesse), o risultati mancati o non ancora raggiunti (Ipogeo), o avvio di iniziative che reputo esiziali per la città e la comunità (distruzione del vecchio campo sportivo comunale e riutilizzo affidato alla speculazione), o indifferenza colpevole (Team, infiltrazione mafiosa nella nostra attività economica), o trascuratezza e approssimazione (traffico urbano, passi carrabili, vicenda Panichi), o irrisione deplorevole (finta gestione in prima persona, senza deleghe assessorili della cultura), o estrema disinvoltura (lasciar fare ai suoi assessori, specie alcuni, quello che vogliono, senza una reale capacità di raccolta e di controllo). Buche sulle strade a parte, ma quelle lasciamole ai “critici di passo”.

     Tant’è. Per ora accontentiamoci del risultato positivo del sondaggio e assistiamo sia agli “evviva” dei sostenitori ad occhi chiusi del sindaco Brucchi (su Facebook leggo un coro di “Vai avanti, Maurizio… sei tutti noi… siamo con te al 100%, compresi gli “olè di incoraggiamento” di quanti lo criticavano fino a ieri) e sia agli “abbasso” di quanti criticano Brucchi per partito preso e dovere di opposizione (addebitandogli demeriti che non gli competono e quindi mettendosi sullo stesso piano di quanti gli accreditato meriti che non gli competono). Quello dei sondaggi sui sindaci è solo un gioco e lo sa bene chi sa, come io so, che in una città, e soprattutto a Teramo, non è il sindaco, quasi sempre etero-diretto, che prende le decisioni che contano, ma una cupola di potere, politico-finanziario-economica, che dà gli ordini a chi si limita ad eseguirli.