|
|||
Mi limiterò, sulla base delle premessa che ho appena enunciato, a dire che trovo nell’attività da sindaco di Maurizio Brucchi un’azione amministrativa di corto respiro, una mancanza di lungimiranza, al di là dei compiaciuti annunci di piani strategici coniugati al futuro, una vocazione all’uso intensivo dei mezzi di comunicazione, che gli consentono un presenzialismo, anche fotografico, senza precedenti. Non ho fatto un controllo giorno per giorno, ma mi pare di poter dire che di giorni non ne sia passato uno senza che almeno su un giornale che proponga le cronache teramane non sia comparsa almeno una fotografia del sindaco Brucchi. Non poche volte sono comparse foto di Brucchi su tutti i giornali e non poche volte anche più foto sullo stesso giornale. Una tecnica alla “Figaro qua, Figaro là… sono un sindaco di qualità” ha avuto una precisa regia, che ci ha dato una rappresentazione, presenzialista, del sindaco Brucchi nelle sue varie e variegate raffigurazioni: Brucchi medico, Brucchi operaio, Brucchi architetto, Brucchi ragioniere, Brucchi pompiere, Brucchi geometra, Brucchi capo cantiere. Se però considero, al di là di questa tecnica rappresentativa, le reali evidenze della sua attività come sindaco, magari anche comparativamente rispetto ai sindaci precedenti, mi trovo nelle condizioni di un pescatore che per ore e ore lancia la sua canna in acqua, aspetta e non riesce, non dico a tirar su un pesce, ma nemmeno una volta a sentire quella caratteristica vibrazione che avverte che l’esca sia stata almeno sfiorata. I risultati vantati o sono l’esito finale di processi avviati negli anni precedenti (Lotto Zero e rotonde annesse e connesse), o risultati mancati o non ancora raggiunti (Ipogeo), o avvio di iniziative che reputo esiziali per la città e la comunità (distruzione del vecchio campo sportivo comunale e riutilizzo affidato alla speculazione), o indifferenza colpevole (Team, infiltrazione mafiosa nella nostra attività economica), o trascuratezza e approssimazione (traffico urbano, passi carrabili, vicenda Panichi), o irrisione deplorevole (finta gestione in prima persona, senza deleghe assessorili della cultura), o estrema disinvoltura (lasciar fare ai suoi assessori, specie alcuni, quello che vogliono, senza una reale capacità di raccolta e di controllo). Buche sulle strade a parte, ma quelle lasciamole ai “critici di passo”. Tant’è. Per ora accontentiamoci del risultato positivo del sondaggio e assistiamo sia agli “evviva” dei sostenitori ad occhi chiusi del sindaco Brucchi (su Facebook leggo un coro di “Vai avanti, Maurizio… sei tutti noi… siamo con te al 100%, compresi gli “olè di incoraggiamento” di quanti lo criticavano fino a ieri) e sia agli “abbasso” di quanti criticano Brucchi per partito preso e dovere di opposizione (addebitandogli demeriti che non gli competono e quindi mettendosi sullo stesso piano di quanti gli accreditato meriti che non gli competono). Quello dei sondaggi sui sindaci è solo un gioco e lo sa bene chi sa, come io so, che in una città, e soprattutto a Teramo, non è il sindaco, quasi sempre etero-diretto, che prende le decisioni che contano, ma una cupola di potere, politico-finanziario-economica, che dà gli ordini a chi si limita ad eseguirli. |
|||