Il corrosivo del 26 luglio 2011      

    

    

     Domani si terrà finalmente il più volte rinviato consiglio provinciale straordinario sulla sanità, per discutere del piano di riordino regionale, dei suoi riflessi sul territorio teramano e degli ingenti tagli decisi per contenere la spesa e ripianare il deficit della spesa sanitaria. Hanno garantito la loro presenza il presidente della Regione Gianni Chiodi (i rinvii sono stati motivati dalle sue indisponibilità)  e il Direttore Generale della Asl di Teramo Giustino Varrassi. C’è da augurarsi che siano entrambi presenti perché senza la loro presenza il consiglio non avrebbe senso. D’altro canto, se, richiesto dalla minoranza fin dallo scorso aprile, è stato rinviato proprio per l’indisponibilità del presidente, la sua partecipazione è davvero ritenuta essenziale.

     Di fronte alle contestazioni che certamente non mancheranno, soprattutto per i tagli, è facile immaginare che Chiodi gonfierà il petto vantando, con fierezza, i risultati già con magnificenza annunciati nei giorni scorsi a Pescara, in una conferenza stampa in cui, con a fianco il sub commissario Giovanni Baraldi, ha dichiarato che nel 2010 l’Abruzzo per la prima volta ha registrato nella sanità l’equilibrio annuale, che il comparto ha un attivo di un milione e 600 mila euro e che avrebbe potuto essere maggiore senza 10 milioni di euro di ammortamenti, che attualmente tutti sono stati ripianati tutti i debiti contratti da una classe politica, quella che lo ha preceduto, spendacciona e irresponsabilità che ha avuto la grave colpa di aver gestito la sanità con “scellerataggine”, che da ora in poi cercherò di sottrarre la sanità alla politica, di puntare ad una sanità eccellente, basata su eccellenti primari e su eccellenti apparecchiature.

 

     Spero che nel consiglio provinciale straordinario di domani il presidente Chiodi non si soffermi sulla ripetizione di queste banalità, ma vada al di là, rispondendo alle domande e alle sollecitazioni, che non mancheranno, e che spieghi molto di più di quello che ha spiegato finora. Gli stessi organi di informazione che riportavano la sua conferenza stampa davano la notizia di una protesta degli operatori del Pronto Soccorso di Teramo, che, dopo tanti inutili accorati appelli, hanno deciso, clamorosamente, di rivolgersi alla Procura della Repubblica per denunciare che non ce la fanno più a sopportare le condizioni critiche in cui sono costretti a lavorare. Più volte anche gli utenti del Pronto Soccorso hanno denunciato di non farcela più nemmeno loro, che non rischiano solo una denuncia penale, ma addirittura la vita, a causa dei disservizi ormai inaccettabili. Quegli stessi organi di stampa hanno nei giorni scorsi informato sulle proteste delle popolazioni teramane per i tagli insostenibili e sulle vibranti proteste di sindaci e amministratori, anche se è stato facile rispondere che lo facevano solo per interesse politico territoriale.

     Il dott. Roberto Petrella ha proprio in questi giorni denunciato che si vuole spostare il consultorio, pur senza la dotazione di uno strumento essenziale quale un ecografo, in un seminterrato fatiscente, con le grate alle finestre, troppo vicino al Sert, e quindi in posizione tale da far correre rischi assurdi a giovani donne e a mamme costrette, con i loro bambini, a frequentazioni e vicinanze con persone che hanno avuto, o hanno ancora, problemi di tossicodipendenza e si sono resi più volte responsabili di furti negli uffici e nei locali adiacenti.

     Un po’ dappertutto si elevano cori di protesta per i disservizi continui, per la lunghezza delle liste di attesa, per le inadeguatezze della risposta del sistema sanità ai problemi dalla gente, ma Chiodi gonfia il petto e fa la ruota del pavone, mentre, dopo aver nominato una bella infornata di primari e mini primari, ne annuncia altri senza far capire se nelle nomine ci sia qualcosa di più e di meglio della solita logica spartitoria della politica, alla quale lui dice, a parole, di voler sottrarre la sanità abruzzese.

     Spero che nel consiglio provinciale straordinario gli vengano poste le domande giuste. La classe politica scellerata alla quale egli attribuisce la colpa del dissesto non è quella che ha prodotto anche la sua candidatura e poi la sua elezione? O egli ritiene di essere calato in terra e di essere stato insediato sulla più alta poltrona d’Abruzzo in virtù dello Spirito Santo? Quella classe politica non è la stessa la cui “pelosa” presenza avvertiamo in tutte le sue scelte, invischiandolo in una rete alla quale egli finora ha mostrato di non saper sfuggire?

     I tagli alla sanità che finora ha effettuato o che si è lasciato convincere ad effettuare o che ha semplicemente avallato non stanno penalizzando oltre misura la qualità dell’assistenza, al di là del finto-eroico annuncio di non voler applicare i ticket previsti dalla finanziaria? Perché ha tagliato anche cose che non doveva tagliare e non ha tagliato quelle che avrebbe potuto e dovuto tagliare? Perché non ha avuto il coraggio di intaccare i veri “sancta santorum”, ai quali non ha nemmeno avuto il coraggio di accostarsi? Perché non ha dato la caccia ai veri sprechi, che sono ancora tali e tanti da risultare scandalosi,come quelli innescati dai famigerati progetti obiettivo? Perché non solo non ha combattuto i doppioni nella rete dei primari, anzi li ha accresciuti? Perché non ha tenuto conto e non tiene conto di un principio essenziale, che la salute viene ancora prima dei risparmi? Perché sta trascurando quell’altro principio, anch’esso essenziale,secondo il quale il primo dovere di un servizio sanitario pubblico è la cura del malato? Perché continua ancora ad avere più di una relazione politica con chi, da politico, si è mangiata la sanità abruzzese?

     E’ consapevole che su più di una lapide mortuaria dovremo scrivere, anche e soprattutto in Abruzzo: “deceduto per contenimento di spesa”?