Il corrosivo del 19 luglio 2011
Bisogna
dire che davvero Facebook è rivelatore e istruttivo.
Soprattutto quando ad usarlo sono i politici e/o gli
amministratori (non è la stessa cosa). Intanto, per chi
sa leggere tra le righe, è facile capire se è proprio il
politico a scrivere qualche cosa sul proprio profilo, o
se ha delegato a farlo qualcuno, come spesso si fa
incaricando un writer per la stesura dei discorsi
pubblici, e spesso anche di quelli privati. Se a
scrivere è non il politico, ma un suo addetto, o un suo
portavoce, o un suo portaborse, lo si capisce abbastanza
agevolmente.
Ma, attenzione! Si può anche sbagliare.
Mi è capitato di sbagliare a proposito di Gianni Chiodi,
il nostro governatore, pensando che a scrivere sul suo
profilo Facebook non fosse proprio lui. Mi son dovuto
ricredere quando, avendo risposto ad un commento
mettendo in dubbio che a scrivere fosse proprio lui, mi
son visto dare una risposta che in pratica era una
sfida, perché, per dimostrarmi che era proprio lui, mi
ha citato l’argomento riservato di una nostra
conversazione che mi ha costretto a riconoscere che solo
lui ne poteva essere a conoscenza.
Per altri politici, per i quali non mi è
capitato di fare questo tipo di verifica, sono ancora
dubbioso. E’ troppa la voglia, evidente, di mostrare il
meglio di sé anche sui social networks, per cui sono
portato a credere che molti politici ed amministratori
si lascino aiutare. Ma sia che a scrivere i politici sia
che a farlo siano altri per loro, quel che scrivono, lo
ripeto, è istruttivo. Ci dice e ci rivela su che cosa si
vuole porre l’accento e su come lo si vuole fare.
Imperversa, generale, il “piacionismo”. |
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Si tratta della tendenza di voler piacere a tutti,
accontentando questo e quello, scrivendo banalità e cedendo spesso
al populismo e alla demagogia. Magari rimproverando qualcun altro di
populismo e di demagogia. E’ divertente poi leggere le risposte,
sempre numerose, che vengono date a questi contributi certamente non
estemporanei. Spesso si ha un piacionismo alla rovescia. Chi
risponde vuole a sua volta piacere, e anche quando contesta,
contesta per mettersi in mostra, in evidenza, per segnalarsi.
Ma non vorrei generalizzare.
Voglio, invece, soffermarmi su qualche cosa che ho letto molto di
recente sul profilo facebook del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi.
Dunque, che cosa ti fa il nostro primo cittadino? Scrive una cosa
che tutti pensano in questi giorni: dice di essere
assolutamente d'accordo
sulla necessità di dover fare sacrifici per il bene del paese, ma di
ritenersi un amministratore coscienzioso e afferma che l’ultima
finanziaria penalizza troppo i comuni, anche in considerazione del
fatto che sono gli enti che erogano i maggiori servizi ai cittadini.
Aggiunge poi, ciliegina sulla torta, che sarebbe stato opportuno
predicare la quaresima per tutti e non solo per qualcuno. Bellissima
affermazione… se non che il sindaco Brucchi appartiene al PDL,
partito perno della coalizione che governa il paese e che ha varato
la finanziaria.
Viene da complimentarsi con Brucchi, per il coraggio della sua
critica, avanzata ai suoi stessi compagni di partito, viene da
chiedersi se, dove e quando Brucchi abbia avanzato e proposto queste
osservazioni critiche, perché certamente, se lo ha fatto sul suo
profilo Facebook, deve averlo fatto anche negli organismi interni
del suo partito, o magari avrà l’intenzione di farlo. Ma si è
costretti a chiedersi dove lo farà, visto che il suo partito non ha
organismi interni, ma solo una scala gerarchica che rimonta su su
fino al Gran Capo, gradino dopo gradino. Mi chiedo fino a quale
gradino, rimontando lungo la scala, sarà arrivata la
protesta-critica del sindaco pidiellino Brucchi. Poi da uno dei
commenti mi giunge una chiave di risposta, quando gli si chiede se
abbia fatte presenti le sue critiche al senatore Tancredi. Si
capisce che forse le osservazioni critiche di Brucchi non sono
arrivate nemmeno a quel livello, pur minimo, che si sono fermate
solo sul profilo facebook, e che poco di più si sono fatte strada le
osservazioni critiche di presidenti di regioni del PDL, anch’essi,
ma solo a parole, contrari ad una finanziaria che impone lacrime e
sangue a qualcuno, ma continua ad erogare ricchezze inaudite a tanti
altri.
Ma
c’è un’altra cosa che mi sorprende ancora di più. Dei sessanta e più
messaggi di risposta che la banalissima e demagogicissima (perché
senza seguito e riscontri) osservazione critica di Brucchi ha
ricevuto (finora, perché quando questo corrosivo sarà pubblicato
saranno certamente più numerosi), solo pochissimi entrano in
argomento. La maggior parte degli autori dei post, molti dei quali
sempre gli stessi, ripetitivi, parlano d’altro, svicolano,
ristagnano in una palude di indifferenziata polemica di cui non si
capisce il senso. Sono altre banalità, inconcludenti. Sono ciò che
la banale osservazione del sindaco Brucchi merita. Mi è fin troppo
facile decidere che non aggiungerò il mio agli altri post.
Preferisco questo mio cantuccio, la mia rubrica del martedì, per
scrivere le mie, di banalità. |