Il corrosivo del 5 aprile 2011

 

Gli hospice sono lo strumento principale previsto dall’attuale legislazione nel settore della sanità per assicurare le cure adeguate, mediche e psicologiche, ai malati terminali e alle loro famiglie. La tabella che viene proposta si basa sui dati di una ricerca della Società Italiana di Cure Palliative (SICP), della Fondazione Isabella Seràgnoli e della Fondazione Floriani, sugli “Hospice in Italia”, seconda rilevazione ufficiale 2010, a cura di Furio Zucco, Bologna.

     Per ogni regione sono riportati i dati relativi al numero degli hospice (complessivamente 165, tra quelli pubblici, quelli del terzo settore, cioè delle fondazioni, e quelli a capitale misto pubblico privato) e di posti letto di degenza ordinaria già operativi a giugno 2009; il numero complessivo di hospice previsti dalla programmazione regionale, suddivisi per l’anno in cui era prevista l’attivazione e il numero di nuovi hospice previsti come operativi negli anni successivi.

     Come si può vedere, nella Regione Abruzzo non risulta operativo nemmeno un hospice: zero. Eppure il Piano Sanitario Regionale del 2008-2010, licenziato con LR n. 5 del 10 marzo 2008, prevedeva l’attivazione di 7 hospice, di cui 2 operative entro la fine del 2010 e le altre cinque negli anni successivi, per una disponibilità futuro complessiva di 78 posti letto pari, a 0,58 posti letto per ogni 10.000 abitanti. E’ ovvio considerare che non essendo diventato operativo nessun hospice a tutt’oggi, il numero dei posti letto è 0,00 per 1.334.675, quanti sono i residenti in Abruzzo in base al dato ISTAT del 1° gennaio 2009.

 

Regione

Hospice

operativi

Hospice

previsti

Posti letto

operativi

Posti letto

previsti

Popolazione

residente

PL operativi

Ogni

10.000 residenti

PL previsti

Ogni

10.000 residenti

Abruzzo

0

7

0

78

1.334.675

0,00

0,58

Basilicata

4

1

44

7

590.601

0,75

0,86

Calabria

2

8

18

82

2.008.709

0,09

0,41

Campania

2

13

18

166

5.812.962

0,03

0,29

Emilia Romagna

18

24

216

288

4.337.979

0,50

0,66

Friuli Ven.  Giulia

4

6

52

77

1.230.936

0,42

0,63

Lazio

15

17

252

295

5.626.710

0,45

0,52

Liguria

5

8

52

92

1.615.064

0,32

0,57

Lombardia

51

57

610

678

9.742.676

0,63

0,70

Marche

5

8

42

70

1.569.578

0,27

0,45

Molise

1

1

16

16

320.795

0,50

0,50

Piemonte

11

18

114

182

4.432.571

0,26

0,41

Puglia

6

15

96

192

4.079.702

0,24

0,47

Sardegna

3

5

33

58

1.671.001

0,20

0,35

Sicilia

5

14

51

157

5.037.799

0,10

0,31

Toscana

12

21

86

147

3.707.818

0,23

0,40

Trentino A. Adige

2

4

6

37

1.018.657

0,18

0,36

Umbria

2

4

12

19

894.222

0,21

0,38

Valle d’Aosta

1

7

0

7

127.065

0,55

0,55

Veneto

17

19

151

164

4.885.548

0,31

0,34

      E’ un dato sconfortante, tenuto conto che già le Linee guida per la redazione del piano sanitario regionale 2007-2009 ribadiva l’impegno della Regione ad “effettuare uno sviluppo tempestivo della rete degli hospice”, mediante la ridefinizione del piano regionale degli hospice; il completamento e l’attivazione degli hospice in fase di realizzazione; l’avvio del piano regionale degli hospice; la promozione e lo sviluppo delle terapie del dolore. Ma tutto è rimasto lettera morta. Mentre nelle altre regioni si assisteva ad una meritevole accelerazione, in Abruzzo si rimaneva all’anno zero, sebbene già nel lontano12 aprile 2001 il DGR n. 191 si fossero tracciate le linee guida per la realizzazione della rete territoriale per le cure palliative, prevedendo di utilizzare la seconda trance degli appositi finanziamenti ministeriali. Finanziamenti ai quali tutte le regioni hanno attinto, meno che la Regione Abruzzo, dove i politici e gli amministratori sono stati “distratti” da ben altri interessi nel campo della sanità pubblica.

     Poiché le strade dell’Inferno, come si sa, sono lastricate di buone intenzioni, ricordiamo che esse erano contenute già nel Piano Sanitario Regionale 1999-2001, manifestando l’intenzione di “attivare un polo di eccellenza finalizzato all’assistenza ed allo studio delle problematiche dell’invecchiamento, nonché ad una attività di cure palliative rivolta ai pazienti terminali (hospice)” e la Regione con DGR N. 1227 del 27 settembre 2000 aveva cominciato a stabilire un proprio “programma regionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative”, nell’ambito del quale venivano specificati ed approvati una serie di progetti preliminari di strutture residenziali finanziate dalla Legge 39/99 ed una prima ipotesi di rete territoriale.  Un altro DGR, il 1348 del 31 sicembre 2001, decretava il potenziamento dell’assistenza domiciliare finalizzata alle cure palliative per malati terminali, complementare ai costituendi hospice. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, molti assessori e consiglieri si sono succeduti e nel mondo della sanità abruzzese è successo di tutto e il contrario di tutto, con scempi e sprechi di ogni tipo, ma gli hospice sono rimasti costituendi e mai costituiti.  Enormi risorse alle quali si sarebbe potuto accedere non sono mai arrivate in Abruzzo, e sono affluite in altre regioni, dove gli hospice non sono rimasti costituendi, ma sono stati costituiti. Alcuni di loro sono all’avanguardia e costituiscono dei fiori all’occhiello nel panorama internazionale delle cure palliative. La deliberazione richiamata prevedeva anche l’accantonamento di risorse finanziarie per un modulo informatico, che nessuno ha mai visto, e per una campagna di sensibilizzazione dei cittadini, che non c’è mai stata.

     Un raffronto di questa seconda rilevazione con la prima, condotta dallo stesso Furio Zucco sempre a cura della Società Italiana di Cure Palliative e sotto l’egida del Ministero della Salute, consente di valutare sulla base di dati numerici quanto è stato fatto dalle diverse regioni nel campo della istituzione di nuovi hospice e di nuovi posti letto per le cure palliative nell’arco di quattro anni. In Basilicata nel 2006 erano operativi 2 hospice e ad oggi sono diventati 4; in Campania non ne era operativo nemmeno uno, ma successivamente ne sono diventati operativi 2. In Emilia e Romagna ne erano operativi 14 e ne sono diventati operativi altri 4; in Friuli Venezia Giulia ne erano operativi 2 e sono diventati 4; nel Lazio quelli operativi sono passati da 11 a 15; in Liguria ne erano operativi 3 e sono diventati 5; in Lombardia da 38 sono diventati 51 e i posti letto da 440 sono passati a 610; nelle Marche erano 3 e sono diventati 5; in Piemonte da 5 sono passati a 11; in Puglia da 2 a 6; in Sardegna da 1 a 3; in Sicilia da 3 a 5; in Toscana da 2 addirittura a 12 e ne diventeranno presto operativi altri 9 ; in Umbria da 0 a 2; nel Veneto da 14 a 17. In Val d’Aosta ne è diventato recentemente operativo 1. Solo in Abruzzo erano 0 nel 2006 e sono ancora 0 fino ad oggi. Desolatamente zero, così come siamo a zero nel campo delle cure palliative, in dispregio a tutte le disposizioni, ultima delle quali, la più illuminante, è la legge 15 marzo 2010 n. 38. In tutte le regioni italiane la stanno applicando. Nella regione Abruzzo e nell’assessorato regionale alla sanità forse non sanno nemmeno che cos’è.

     Fa male andare sul sito http://www.fedcp.org/hospice_italia/index.htm, dove si trova l’elenco degli hospice in Italia, trovarsi davanti una cartina della nostra penisola, cliccare sulla regione Abruzzo e leggere la scritta: “Nessun hospice operativo attualmente segnalato in questa Regione.”