Il corrosivo del  7 settembre 2010

      

    

     Mi sono molto divertito a leggere sulla stampa lo scambio polemico tra il sig. Nando Corona (io lo chiamo, così, perché Ferdinando per me è solo il suo nome all’anagrafe), proprietario e titolare della Vallecchi Edizioni, e l’assessore alla promozione del turismo e della cultura della Regione Abruzzo, avv. Mauro Di Dalmazio. Mi sono soprattutto divertito a leggere la controrisposta di Corona, tutta scritta con ampio uso dell’umorismo, anzi di un pungente sarcasmo. D’altro canto, con simili personaggi, tutti pieni di sé, che accusano gli altri di essere presuntuosi e spocchiosi, non considerando di essere solo baciati dalla fortuna al di là dei propri meriti, non c’è altro tipo di risposta possibile.

     Tra le varie espressioni usate da Corona, frutto della sua “vis polemica”, quella che mi ha divertito di più è stata: “assessore del nulla”. Quanto l’ho trovata efficace! Negli ultimi tempi è infatti cresciuto, in molte amministrazioni comunali e provinciali, piccole e grandi, e anche regionali, il numero di assessori che sono qualificabili come “assessori del nulla”, anzi come “assessori al nulla”, qual si sta rivelando sempre di più l’assessore regionale, e una volta comunale, avv. Mauro Di Dalmazio. Si tratta di amministratori che sul piano politico danno sempre fiato alle trombe, distinguendosi per gli altisonanti annunci, per i roboanti proclami, per la magnificenza degli obiettivi proclamati, e per il nulla che ottengono dal loro continuo “indaffararsi”, di cui però non si riesce a cogliere un filo conduttore o una strategia logica. Più “si indaffàrano” e meno combinano. Del tanto o tantissimo che dicono di voler fare, realizzano sempre pochissimo. Alla resa dei conti, non si capisce che cosa ci stiano a fare nell’ente in cui sono stati chiamati a stare. Promettono, prendono impegni, fanno programmi, proclami e poi… in quel che fanno va sempre qualche cosa per storto; si devono giustificare per non aver potuto fare qualche cosa, non ammettendo di non averlo saputo fare. E trovano sempre una giustificazione, una scusa, una recriminazione, sono sempre pronti a dire che sono stati gli altri a sbagliare, a non aver capito, ad aver equivocato, a non apprezzare… 

     L’assessore Di Dalmazio in questo sport eccelle e bene ha fatto Corona a puntargli addosso gli strali del suo sarcasmo. Non conosco i dettagli della loro “querelle” e non posso esprimere perciò giudizi, ma non faccio fatica a credere che abbia ragione Corona, perché ho direttamente e personalmente sperimentato, in un paio di vicende che mi hanno riguardato, quanto Di Dalmazio possa essere e saper essere politicamente inconcludente. E’ per questo che ne sono rimasto, sempre sul piano politico (perché sul piano umano l’uomo è squisito), profondamente deluso, pensando con amarezza a quanto poco fortunata sia la nostra Regione nella scelta dei propri assessori alla cultura, considerato il livello non eccelso dei tanti che nel suo ruolo hanno preceduto Di Dalmazio.

     Gli “assessori del nulla e al nulla” durano poco, ma purtroppo capita spesso che siano alternati da altri “assessori del nulla e al nulla”, in una catena temporale che sembra essere infinita. Le uniche cose che riescono a realizzare sono spesso degli eventi mondani, di assai poco spessore. E mi viene da pensare che magari nemmeno sia loro il merito, ma di qualche più o meno oscuro “promotore”, la cui promozione a scatola chiusa è stata semplicemente accettata quando è stata proposta, o di qualche altrettanto più o meno oscuro “operatore alla Guido Campana”, che invece in certe cose risulta assai bravo ed efficace, non sapendo fare che quelle e non avendo alcuna ambizione di voler dimostrare ad ogni costo di saper fare qualche cosa di più.

     Chissà che qualche riuscita “notte bianca” di cui questi “assessori del nulla” menano vanto non sia stata esclusivo merito di questi più umili  personaggi, che non fanno nulla per nascondere la loro modestia. Al contrario di quanto fanno “gli assessori del nulla”, che invece sono sempre indaffarati nel voler apparire come politici indaffarati a fare tante cose e capaci di fare tante cose. Sono “assessori del nulla” che vogliono apparire “assessori del tutto”.