Il corrosivo dell'8 giugno 2010

     Sto guardando e riguardando la foto da un paio di giorni. Sto cercando di darle un senso. O di trarne un senso. Se non ho capito male (e stando ad un invito che era stato recapitato anche a me), è stata scattata nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di S. Maria sopra Minerva, a Roma. Che nome altisonante per una sala non certo grande! Nella foto c’è il pubblico di persone (spettatori) che hanno assistito alla presentazione della nuova edizione della Coppa Interamnia, connessa ad una iniziativa intitolata “38 anni di Interamnia World Cup”. Si trattava di un evento che si proponeva la promozione del territorio attraverso lo sport, ma in pratica non era che la presentazione a Roma della storica manifestazione teramana di pallamano.

     Non ho mai avuto nulla contro la Coppa Interamnia, anzi ne sono stato e ne sono ancora un convinto fautore. Ho sempre condiviso, al di là dei limiti consistenti nella poca importanza che ha sempre avuto l’evento sportivo in sé, i valori extra-sportivi della manifestazione. Perciò sento di non avere nulla di ultroneo né di pregiudiziale nel percepire, vedendo questa foto, un senso di fastidio, che mi induce a pormi al di fuori del coro elogiativo, già ampiamente espressosi sulla stampa, e a fare alcune riflessioni, sicuramente non condivise da molti, che posso esprimere e comunicare ad altri solo grazie al fatto che questo giornale garantisce spazi di libertà di opinione anche a chi dissente dalle opinioni della sua redazione e del suo direttore.

     Il senso di fastidio mi deriva da una domanda: che senso ha avuto portare in questa sala romana, con un pullman, un manipolo di caudatari e di “plauditores” del potere politico ed economico locale, tutti teramani, a presenziare ad una presentazione che non ha avuto alcun valore aggiunto dal fatto di essere stata fatta a Roma? Se l’intento era quello di ottenere da una presentazione romana una maggiore visibilità per la Coppa Interamnia e una maggiore attenzione della stampa nazionale, si deve prendere atto di un fallimento. A Roma, come dice un mio amico, se non ammazzi quanto meno un paio di transessuali nessuno ti si fila; quanto alla stampa sportiva romana, nemmeno se vinci un paio di giri ciclistici d’Italia consecutivi riesci a conquistare più di quattro righe in quarta pagina. Figuriamoci quale attenzione ci poteva essere per la presentazione della Coppa Interamnia!

     Il tutto, dunque, è consistito nel fare a Roma ciò che si poteva fare a Teramo e non si capisce perché sia stata fatto a Roma, portandosi dietro dei teramani con un pullman. Lo so, era affascinante la “location”. In questi casi si punta ad un effetto simile a quello del “chroma-key”, che consiste nel mettere gli attori davanti ad uno sfondo immaginario, insomma un’illusione ottica, che fa credere agli altri che si stia a New York quando si sta a Roccacannuccia o in una savana, accanto ad un leone, quando si sta comodamente seduti nella poltrona del proprio salotto.

     Ecco, allora, che mi guardo questa foto e vedo quaranta persone sedute sulla sinistra, una trentina sulla destra, una settantina in tutto e, a parte qualche personaggio “di spicco” come il ministro Meloni, che conta quanto il due di coppe quando la briscola è di spade, son quasi tutti volti noti, teramani autentici, più o meno facenti parte dell’entourage della casta politico-economica locale, in cerca di una riaffermazione di sé o di un accreditamento presso i detentori di potere alla cui ombra amano stare. Quale risonanza romana ha avuto l’evento? Pressoché nulla, anzi, proprio nulla. Quale risalto sulla stampa nazionale? Nessuno. Quanti secondi sulle televisioni nazionali? Pochissimi o nessuno. E allora che senso ha avuto questo provincialistico trasferimento gratuito in pullman? Che senso ha questa foto di gruppo in un interno, sia pure prestigioso? E, soprattutto, quali logiche e quali motivazioni dettano queste scelte e le sovrintendono?

     Non credo che la logica di fondo sia granché diversa da quella delle passerelle da avanspettacolo. Sì che ne traggo spunto per una provocazione: perché questo gruppo di passeggeri teramani il pullman non li ha scaricati davanti all’Ambra Jovinelli?