Il corrosivo del 9 febbraio 2010

Tra le considerazioni esposte dal sindaco Brucchi e da quanti lo sostengono nella sua impresa di smantellare il vecchio campo sportivo comunale e costruire al suo posto il nuovo teatro, dando per di più in contropartita al privato che realizzerà il relativo project financing la possibilità di realizzare altre opere, tra cui un parcheggio nella stessa zona e alcune altre costruzioni in un’altra zona, si impone quella che accusa uno dei soggetti che si trovano oggi a far parte del fronte della controparte, la minoranza di sinistra (o se si vuole dire così, di centro-sinistra), di aver finora lasciato inespresso il proprio dissenso o di averlo espresso con poca forza. Si tratta di una delle poche considerazioni “brucchiane” (o “brucchesche”) che sono costretto a condividere. Come dargli torto su questo? Bisogna riconoscere che il centro-sinistra teramano su questa, come su altre scelte, della maggioranza di centro-destra, prima chiodiana e adesso brucchiana, ha davvero o espresso consenso, più o meno taciuto, o taciuto o espresso un dissenso assai timido e ambiguo. Questo vale per la costruzione del nuovo stadio, per il piano regolatore e altre scelte urbanistiche, per il parcheggio interrato di Piazza Dante, per la costruzione dell’Ipogeo a Piazza Garibaldi, per il polo scolastico e, ultimo, ma non ultimo, per l’abbattimento del vecchio campo sportivo. Di questo atteggiamento capisco benissimo le ragioni. Il centro-sinistra non ha potuto contrastare nessuno di questi progetti perché molti di essi li ha direttamente concepiti, con le giunte Sperandio, li ha fatti propri e tenuti a lungo nel proprio grembo, sicché non ha potuto avere niente da ridire quando le giunte successive, di centro-destra, li ha partoriti e messi al mondo. Il fatto è che con Sperandio, un democristiano, sia pure politico di sinistra (a detta sua), si esprimeva un modo di concepire il rapporto tra la città e i cittadini che non era molto diverso da quello espresso da Chiodi  e da Brucchi (democristiani anche loro, sia pure di destra, a detta loro). In che cosa le giunte di Sperandio attuavano politiche di sinistra o di centro sinistra? In nulla. La scarsa gente di sinistra che aveva un ruolo in quelle giunte (gli altri erano tutti del centro democristiano, che può, come insegna oggi Casini, virare a destra o a sinistra a seconda della propria personale convenienza), dopo aver trascorso una vita a demonizzare la logica del profitto, il capitale e la proprietà privata, per dimostrare di essere cresciuta e di essersi lasciata alle spalle il comunismo e la vecchia ideologia, faceva di tutto per mettere in evidenza di avere sposato pienamente la logica del profitto, del mercato e del project financing, quest’ultimo interpretato come uno strumento mediante il quale un ente pubblico concede molto all’imprenditore privato, accontentandosi di molto poco per sé. Come avrebbe potuto il centro-sinistra teramano, una volta andato in minoranza, diventare uno schieramento di opposizione? A che cosa avrebbe dovuto opporsi? A ciò che aveva tanto caldeggiato quando era in maggioranza? Avrebbe dovuto rinnegare le precedenti scelte? Avrebbe dovuto all’improvviso riconoscere che nello scambio tra interesse pubblico e interesse privato che c’era nei project financing concepiti e avviati a realizzazione il secondo era a scapito del primo? Avrebbe potuto farlo. Ma per farlo ci sarebbero voluti coraggio e lungimiranza politica. Che il centro-sinistra teramano non ha. Li ha avuti invece Chiodi, che, a quanto ricordano le cronache, come oppositore si disse contrario al progetto di costruzione del nuovo teatro nell’area del vecchio campo sportivo e poi, da amministratore di maggioranza, prima come sindaco della città e poi come governatore della Regione, ne ha caldeggiato e ne caldeggia la realizzazione, per di più avvertendo che non si deve perdere un’opportunità che potrebbe non tornare una seconda volta. Chiodi, e anche Brucchi (che di Chiodi è il continuatore), ha una dote che nessuno ha nel centro-sinistra teramano e che spiega come nessuno abbia saputo trasformare il campo della minoranza nel campo dell’opposizione: una visione non miope del proprio ruolo. Invece, guardateli, quei poveretti che pigolano come pulcini abbandonati dalla chioccia che sono i mancati oppositori di centro-sinistra. Il massimo che riescono a fare è beccarsi tra loro, senza avere mai il coraggio di uscire dal loro pollaio.