Il corrosivo del 15 settembre 2009

Ogni tanto la Lega Nord (sempre più spesso negli ultimi tempi) tra le proprie sparate (più o meno ad effetto), dà molta importanza ad una delle sue proposte più assurde, quella delle gabbie salariali. Il ragionamento è apparentemente semplice: poiché in alcune regioni il costo della vita è più alto e in atre è più basso, è necessario (dice così la Lega, “necessario”, non “opportuno”) differenziare i salari e, quindi, diminuirli dove il costo della vita è inferiore. La proposta sembra essere questa, senza l’aggiunta che sarebbe, in apparenza, naturale: “e aumentarli dove il costo della vita è maggiore”. Il ragionamento è economicamente, politicamente e perfino eticamente sbagliato e lo è tanto più quanto più in apparenza sembra non fare una grinta. Non sempre le cose che si presentano come le più evidenti e banali sono anche le più giuste e non sempre i ragionamenti che sembrano non fare una grinza sono effettivamente senza grinze. E quello che abbiamo sopra evocato ne fa più d’una. E’ un ragionamento sbagliato eticamente, perché considera il lavoro e i lavoratori come merci, e non come valori; è sbagliato politicamente, perché mina alla base il concetto di unità della nazione; è sbagliato economicamente, perché nessun salario può essere fissato per legge, ma, tutt’al più, fatto oggetto di una contrattazione e una contrattazione regionale, o locale, esiste già nei limiti in cui essa è possibile. Pensate che esiste perfino una contrattazione aziendale che è perfettamente in grado di garantire le specificità individuali di una singola realtà produttiva. Non sfugge poi a nessuno che il ragionamento della Lega si basa su un intento punitivo nei confronti delle regioni meridionali, ritenute come meritevoli di punizione, perché si limiterebbero a sperperare le ricchezze prodotte dalle regioni settentrionali. Nasce da questo intento l’articolazione particolare della proposta, che punta, non tanto ad aumentare i salari al nord, quanto a diminuirli al sud, perché ritenuti eccedenti rispetto alle necessità derivanti dal costo della vita, ritenuto, nel sud, inferiore. Proprio quest’ultimo dato risulta il punto di partenza della proposta e la premessa del ragionamento che quella proposta della Lega Nord supporta. Secondo la Lega Nord, il costo della vita al sud è più basso. Come si sa, ogni ragionamento che parta da una premessa sbagliata porta ad una conclusione sbagliata e mai la premessa è stata tanto sbagliata come in questo ragionamento della Lega Nord. Chiunque può facilmente spostarsi, in base all’articolo 16 della Costituzione italiana, da una regione all’altra dell’Italia e chiunque può perciò facilmente constatare che è tutto il contrario. Il costo della vita è più basso nel nord, ovviamente a parità di grandezza dei centri e delle città messe a confronto, perché non si può paragonare Padova a Canicattì. Ma anche in quest’ultimo  caso le sorprese sarebbero molte, se si paragonassero sul serio degli indici in grado di misurare il costo della vita. I lettori di questa rubrica sanno che io mi trovo a lungo a dimorare nel nord, in una delle regioni più ricche del Nord Est: il Veneto, e in una delle cittadine più ricche non solo del Veneto, ma di tutta Italia: Bassano del Grappa. Quanto a grandezza, Bassano e Teramo possono essere paragonabili. Assicuro i lettori, e se vogliono possono sincerarsene venendomi a trovare, che qui a Bassano il costo della vita è mediamente assai più basso che a Teramo e maggiori sono le opportunità di acquisto a prezzi più favorevoli di ogni genere di prodotti e perfino il costo dei servizi è inferiore, oltre che essere superiore la loro qualità. I leghisti dovrebbero sapere che, se proprio si volesse accogliere la loro proposta di salari differenziati, si dovrebbero aumentare quelli di Teramo e non quelli di Bassano. Dovrebbero poi, i leghisti, riflettere su un altro dato di fatto, sul quale, per la verità, dovrebbero riflettere anche i teramani, di ogni orientamento politico: è stato sufficiente qui al centro-sinistra trovare un candidato sindaco appena credibile per vincere le elezioni comunali e battere il candidato della Lega, che non è riuscito così a succedere ad un sindaco leghista giunto al termine massimo dei due mandati.