Il corrosivo del 26 maggio 2009

Profetizzai la non conferma di Tonino Valbruni alla guida tecnica del Real Teramo quando il presidente Campitelli gli affidò la squadra con il compito di non mancare l’obiettivo di una promozione immediata. Dissi che Valbruni avrebbe vinto il campionato, come gli era riuscito di fare tante volte, ma che, una volta raggiunto l’obiettivo, gli sarebbe stato dato il benservito. Spiegai anche il perché. Sarebbe stato detto, scrissi, che Valbruni era un allenatore di categoria, buono per le piccole promozioni ma non per le grandi, che come teramano non sarebbe stato certamente favorito e che gli sarebbe stato preferito qualcun altro, ritenuto maggiormente all’altezza. Accennai a qualche altra ragione. Tutto confermato. Quelle ragioni sono state chiamate in causa, l’inadeguatezza di Valbruni è stata sottolineata, nonostante un campionato stravinto con un punteggio da record, e gli è stato preferito qualcun altro. Tutto regolare,. Tutto confermato, Ci avevo visto giusto. Anche nel cogliere, o intuire, il comportamento di un presidente, Campitelli, che non conosco personalmente, ma i cui tratti da padre padrone ho indovinato dalle cronache che ho letto. Campitelli è uno di quei padroni del calcio che credono di essere diventati bravi, anche nel calcio e nella scelta degli uomini, solo perché nel loro campo, quello nel quale hanno accumulato una discreta fortuna imprenditoriale, sono riusciti ad emergere nonostante fossero abituati a portarsi appresso delle stimmate, culturali e sociali, che hanno lasciato i loro segni al di là del denaro accumulato. E, quando decidono di investire qualche soldo nel calcio, pensano di avere il diritto di fare e disfare, tanto i soldi sono loro, in dispregio a tante altre considerazioni, sia tecniche che umane. Tutto regolare, dunque. Con simili personaggi ci sta bene anche il benservito a Valbruni, che è andato meglio di quanto lo stesso Campitelli forse sperava. C’è un solo particolare che non quadra e che non avevo previsto. Pensavo, un anno fa, che, dato il benservito a Valbruni, Campitelli sarebbe ricorso ad un allenatore “di grido”, ad un nome altisonante, che avesse vinto altri campionati, che avesse già dato buona prova di sé. In questo mi sbagliavo. Campitelli ha sostituito Valbruni con un illustre sconosciuto o quasi. Questa mattina ho chiesto ad uno che di calcio ne mastica (che ha presieduto il Teramo Calcio negli anni d’oro e ha dato agli sportivi teramani la gioia di qualche promozione e di qualche ottimo campionato), chi fosse quel tizio al quale Campitelli ha fatto ricorso per sostituire Valbruni. La sua risposta mi ha lasciato di stucco. Mi ha detto che non sapeva dirmi niente di questo nuovo allenatore, perché non lo conosceva, non sapeva chi fosse. Sia che questa risposta fosse sarcastica, sia che corrispondesse a verità, questo ex presidente del Teramo mi ha confermato che Campitelli ha affidato la squadra per la cui promozione Valbruni ha dato quanto meno un apporto determinante ad un tecnico che non ha vinto nemmeno la metà della metà di quanto abbia vinto Valbruni, che è sconosciuto più del doppio del doppio di quanto sia conosciuto nel settore calcistico Valbruni e ponendo per di più in essere qualche premessa per future contestazioni dei tifosi non appena e se, nel prossimo campionato il Real (nome orribile) Teramo comincerà ad incontrare, come è probabile, ualche difficoltà. Perché i tifosi teramani non hanno mai gradito ascendenze e provenienze giuliesi di allenatori e giocatori ai quali venivano affidate le sorti del calcio giocato all’ombra della torre del Duomo. E mi si dice che del nuovo allenatore del Real Teramo le ascendenze giuliesi sono certe e documentate. Dio abbia pietà di Campitelli e del suo nuovo mister, se il Real non dovesse stracciare il prossimo campionato, non vincendo almeno la metà di quanto ha vinto Valbruni.