Il corrosivo del 20 gennaio 2009

Assente dalla mia abitazione teramana per un lungo periodo, non consumo molto gas, ma la bolletta di Enel  Energia è pesante. Me ne accordo solo dopo che la somma è stata prelevata sul mio conto corrente secondo la modalità prevista dalla domiciliazione bancaria.  In un mio ritorno a Teramo, prendo visione di un’altra bolletta che, a causa di una mancata presa d’atto della mia auto-lettura del contatore, regolarmente comunicata, è ancora più pesante: 648,58 euro. La cifra che riporta il mio contatore è di gran lunga più bassa di quella riportata sulla fattura stessa. Mi reco negli uffici teramani di Enel Energia e , dopo una lunga e tormentata serie di vicissitudini, di cui si occuparono anche i giornali (perché le mie e le altrui proteste provocarono l’arrivo del 113), mi si assicurò, da parte di un impiegato, che, constatata sul suo computer la differenza tra le cifre, mi sarebbe arrivata una fattura di importo 0, con la quale si sarebbe provveduto al conguaglio per differenza. Però, nel frattempo, avrei dovuto bloccare in banca il prelievo della somma, respingendo, una tantum, la fattura contestata. Cosa che feci. Ripartii da Teramo convinto di aver sanato la questione. Però per alcuni mesi non ricevetti più nulla da Enel Energia: né la promessa fattura di 0 euro né altra segnalazione di alcun tipo, né, tanto meno, altre bollette. Tornato nuovamente a Teramo, mi sono recato ancora negli uffici di Enel Energia, per aggiornare la mia conoscenza della situazione, anche perché alcuni articoli di stampa e una segnalazione dell’associazione Robin Hood mi avevano allarmato a proposito di altre bollette pazze del gas e richieste di pagamenti risalenti a più di cinque anni prima e perciò prescritte. Negli uffici di Enel Energia mi hanno fatto una fotocopia della famosa bolletta a importo 0 (mai arrivatami, ma, evidentemente, reale). L’importo 0 derivava dalla restituzione (teorica, per conguaglio), di 896,64 euro. Soddisfatto, non mi preoccupavo più di tanto della segnalazione dell’impiegato relativa ad un’altra fattura che mi sarebbe arrivata, così diceva, per l’importo di circa 300 euro, di cui però non poteva fornirmi la fotocopia, per ragioni non ben specificate, a quanto pare perché non era stata ancora spedita e stava per esserlo. La mia soddisfazione è venuta meno quando, ho scoperto, in banca, una cosa che l’impiegato di Enel Energia non mi ha detto: il 24 novembre era stata prelevata sul mio conto bancario la cifra esatta, 648,58, di cui avevo bloccato due mesi il pagamento, perché non dovuto. Ho fatto fatica a realizzare: la somma, di cui mi si era chiesto il pagamento tramite domiciliazione bancaria, e da me respinta, a mia insaputa, senza inviarmi una fattura, era stata richiesta alla mia banca e incassata, nonostante due mesi prima mi fosse stato riconosciuto il diritto a respingerla e nonostante che mi fosse stata inviata una fattura con importo 0. Insieme con Pasquale Di Ferdinando, dell’associazione Robin Hood, ho cercato di capire la logica dell’intera operazione e il perché di un prelievo riproposto due mesi dopo, con valuta antecedente, per una somma in precedenza contestata e il cui pagamento era stato rifiutato.  Robin Hood ha accettato da me l’incarico di approfondire la questione e gliene sono grato, perché, se dovessi occuparmene io, questa volta rischierei di essere trascinato dall’indignazione a gesti inconsulti. Ma mi pongo una domanda, la cui giustificazione (per il fatto di farla in questa rubrica) si basa sulla considerazione che non solo il solo a subire queste angherie medievali e che ci sono tanti altri utenti dell’Enel che si lamentano di vicissitudini analoghe: che considerazione ha Enel Energia dei propri clienti? Quale rispetto civile nutre nei loro confronti? Che senso ha avere privatizzato in Italia la distribuzione del gas, ma facendo restare tutto in regime di reale monopolio e di assenza di concorrenza, se è vero che, come mi si dice, passare ad un diverso distributore, quale per esempio, l’Eni, mi farebbe cadere dalla padella nella brace? Fatemi crogiolare, intanto, in questo mio sdegno. Fatemi pensare di Enel Energia tutto il male possibile e anche di più, fatemi inviare il mio anatema civile ai suoi vertici e ai suoi dirigenti, fatemi maledire il mio stato di utente di una società di servizi che pratica politiche truffaldine, sulle quali anche la magistratura farebbe bene ad indagare.